Il giudice fallimentare ha lasciato una possibilità, ma dipende da come andranno le vendite di questo Natale. I 70 dipendenti lanciano l’hashtag #noisiamomelegatti, che diventa subito virale.

Tutti associamo il marchio Melegatti alle feste di Natale. Non a caso. Fu proprio il fondatore Domenico Melegatti a inventare e brevettare il famoso pandoro nel 1894.

Il dolce simbolo di Verona: si dice che il pasticcere Ruggero Bauli lavorasse da Melegatti, prima di mettersi in proprio e diventare il principale diretto concorrente. Ma poi, dagli anni ’70 un grande scontro tra le famiglie azioniste, investimenti sbagliati e qualche errore di marketing, l’azienda piano piano è arrivata alla crisi.

 

Un debito pesante, 12 milioni di debiti verso le banche, più 10,5 verso i fornitori e 5 milioni di stipendi arretrati. Via quindi al concordato preventivo.

Il giudice e i commissari che stanno curando oggi la procedura fallimentare hanno ancora una possibilità per salvare l’azienda: riaprire e vendere a Natale più di 1 milione e mezzo di pandori, in modo da pagare le morosità, utenze, fornitori e stipendi arretrati.

 

I 70 dipendenti, senza paga da agosto, hanno accettato di tornare in fabbrica e riprendere la produzione senza essere pagati. Sfornato il primo pandoro, è partita la campagna social. Gli hashtag #noisiamomelegatti e #savemelegatti, messaggi via Whatsapp, post su facebook e si è subito attivato il tam tam di solidarietà per spingere le vendite.

 

melegatti-#noisiamomelegatti

 

Alla Melegatti a lavorare sono soprattutto donne: “Nel nostro pandoro c’è la vita!” – si legge nella loro pagina facebook. I consumatori rispondono postando le foto dei pandori blu sugli scaffali e invitando all’acquisto di pandori e panettoni, la campagna social #noisiamomelegatti sta funzionando sul serio.

Tutti stanno facendo la loro parte. Anche i fornitori, che hanno anticipato le uova e il burro, bisogna dirlo. Ora manca solo il responso delle vendite.

 

Sarà una produzione ridotta nell’offerta: solo panettoni e pandori classici, senza creme o ricette particolari, in modo da utilizzare il packaging già disponibile in magazzino, accorciando tempi e costi.

La produzione è partita con qualche giorno di ritardo, abbiamo dovuto ripristinare gli impianti – ha commentato Luca Quagini, direttore dello stabilimento di San Giovanni Lupatoto – ma la qualità è altissima, speriamo di trovare un posticino tra gli scaffali e siamo sicuri che i negozi saranno ripagati dalle vendite“.

melegatti #noisiamomelegatti 2

 

#noisiamomelegatti? 1 milione e mezzo di pandori è dura ma la campagna social sta aiutando molto.

Solo così potremo pensare a un immediato futuro, cioè a produrre dolci per Pasqua, poi si aggiungeranno progressivamente produzioni come le brioches e altri prodotti non stagionali“.

 

L’ultima volta che il web si è mobilitato, gli effetti si sono visti. E’ stato per il pastificio Rummo, colpito dall’alluvione di Benevento nell’ottobre 2015.