La chiave l’hanno data alcune tavolette di argilla: è grazie ai caratteri cuneiformi incisi su di esse che sono state ritrovate 11 città perdute dell’Assiria. Ecco come hanno fatto i ricercatori di Stanford e Harvard a scoprire questi centri perduti…

La chiave l’hanno data alcune tavolette di argilla: è grazie ai caratteri cuneiformi incisi su di esse che sono state ritrovate 11 città perdute dell’Assiria.

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L’incredibile scoperta è arrivata dopo uno studio approfondito di questi pezzi di terracotta, forgiati all’inizio del II millennio a.C. dai commercianti assiri. Ritrovate nel pieno dell’Anatolia, sono loro che hanno aiutato a scoprire l’ubicazione delle 11 città perdute.

I manufatti sono stati analizzati dai ricercatori delle Università americane di Stanford e Harvard, che tramite uno studio approfondito sui dati commerciali presenti sono riusciti a risalire alla topografia dell’area.

Ma come hanno fatto a scoprire l’esistenza di queste nuove città? Una volta decrittati i testi, gli archeologi hanno notato che venivano menzionati più centri urbani rispetto a quanti se conoscevano fino ad oggi. Solo dopo una profonda analisi, sono stati determinati infine i nomi di 11 centri.

Durhumit, Hahhum, Kuburnat, Mamma, Ninassa, Purushaddum, Sinahuttum, Suppiluliya, Tuhpiya, Washaniya e Zalpa hanno così rivisto la luce dopo secoli di oblio. Le coordinate precise restano sconosciute. Gli studiosi, però, credono di aver individuato la posizione approssimativa della maggior parte di queste “città perdute”.

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Ma non finisce qui. Gli esperti sono riusciti addirittura a comparare le situazioni economiche di queste città, riuscendone a misurare la produttività e rapportandola con la realtà di altri quindici centri già conosciuti. Utilizzando modelli economici e matematici, hanno ricostruito le reti commerciali di prodotti come la lana, il vino e i metalli preziosi durante il XIX secolo avanti Cristo. Studiandone i vantaggi geografici, hanno anche stabilito quali fossero i nodi centrali del commercio anatolico del tempo.

Queste reti, probabilmente, sono state la base per gli sviluppi successivi dell’area. Come riporta lo studio, le strade principali presenti nell’odierna Turchia ricalcano in qualche modo le arterie di epoca romana, che a loro volta sembrano seguire gli antiche percorsi dell’età del Bronzo.

Probabilmente, una volta individuata l’esatta posizione di queste città, saranno avviati nuovi scavi archeologici. E allora sì che potremo ritrovare davvero le città perdute dell’Assiria.