Parliamo di circa 570mila le tonnellate di plastica che ogni anno finiscono in mare. Il report del Wwf evidenzia dati allarmanti. I dettagli

Sarebbero circa 570mila le tonnellate di plastica che ogni anno finiscono in mare: come se fossero buttate nel Mediterraneo 33.800 bottigliette ogni minuto. Proprio così, a confermare i dati allarmanti è l’ultimo report del WWF diffuso alla vigilia della Giornata mondiale degli oceani, che si è celebrata lo scorso 8 giugno.

L’indagine analizza i sistemi di gestione della plastica di tutti i Paesi del mar Mediterraneo, con la mission di stabilire un piano di azioni politiche nell’ambito di un’economia sostenibile e circolare. L’obiettivo è ridurre quanto più possibile la produzione di rifiuti dal sistema di gestione della plastica.

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Rivolgendo lo sguardo al nostro Paese, è emerso che l’Italia è il maggior produttore di manufatti di plastica e il secondo più grande produttore di rifiuti plastici. Lo Stivale ne genera, infatti, mezzo milione di tonnellate all’anno.

Plastica in mare: quando il turismo è vittima e carnefice

Una grande responsabilità dell’elevata quantità di plastica in mare la detiene il turismo, che ne è vittima al tempo stesso. Per esempio in Italia il flusso turistico incrementa del 30% la produzione di rifiuti plastici, soprattutto nel periodo estivo. È vero anche, al contempo, che se le spiagge o il mare sono inquinati, il turista sarà più predisposto a starne lontano.

A essere in pericolo è tutta la Blue Economy: l’inquinamento, secondo il Wwf, fa perdere all’Italia circa 67 milioni di euro l’anno. Ne risentono maggiormente i settori come quelli del turismo (30,3 milioni di euro); la pesca (8,7 milioni di euro) e il commercio marittimo (28,4 milioni di euro).

Plastica in mare: Gaetano Mura si trasforma in pesce per protesta

Gaetano Mura è un navigatore oceanico sardo che ha prestato il suo corpo a una serie di scatti in segno di protesta contro l’inquinamento marino. Per l’occasione si è vestito da pesce in difficoltà: avvolto e coperto dalla plastica.

A immortalare le immagini Carla De Gioannis, fotografa e compagna di Mura, anche lei pioniera del mare (a 51 anni ha vinto il titolo mondiale di nuoto nella categoria master). “La plastica e la microplastica satura i nostri mari più rapidamente di qualsiasi altra forma di inquinamento” – ha dichiarato la coppia.

Le immagini mettono in evidenza il contrasto tra la presenza invadente della plastica in mare e un ambiente ancora straordinario che che cerca di resistere. “Il pesce si trasforma in uomo e l’uomo in pesce, nel corpo di Gaetano Mura, marinaio e navigatore. Una metamorfosi di sopravvivenza istintiva alla ricerca di un mondo senza la plastica che lo sta lentamente soffocando” – ha spiegato la De Gioannis.

I materiali utilizzati durante lo shooting sono stati raccolti proprio in mare e tra le scogliere. La coppia non ha intenzione di fermarsi: “Ci siamo appassionati al nostro progetto tanto da intravederne un working progress che partendo dalle coste della Sardegna possa proseguire in altri luoghi del pianeta” – hanno dichiarato.

elba capraia