Lo scarto di lavorazione visto non più come rifiuto da smaltire ma come risorsa: questo il tema fondamentale dietro l’idea di due giovani architetti, che osservando la quantità di materiale sprecato nei cantieri hanno avuto l’idea di dargli nuova vita, rivendendolo come materia prima.

La start up si chiama Sfridoo (da sfrido, termine tecnico per indicare il materiale destinato alla discarica) ed offre due servizi: mette in contatto le aziende che rivendono la materia prima “avanzata” con quelle intenzionate ad acquistarla ed offrono consulenza a chi è interessato a questo ricircolo virtuoso del materiale.

Utilizzare così lo scarto di lavorazione, che è in realtà una materia prima di altissima qualità, comporta una netta riduzione della richiesta di materia prima e di produzione dei rifiuti.

La piattaforma online di Sfridoo è online da circa un anno e già sono 150 le aziende iscritte: negli ultimi mesi è stata anche premiata anche con una vittoria al bando “Climate-kic 2018”, dedicato alle più importanti innovazioni europee sulle soluzioni ai cambiamenti climatici.

Andrea Cavagna, Mario Lazzaroni e Marco Battaglia, i fondatori della start up, sono entusiasti e fiduciosi per il futuro: il loro obiettivo è migliorare ed ampliare Sfridoo, che al momento è operativo solo nel nord Italia, anche aggiungendo funzionalità alla piattaforma, come la possibilità di tracciare la provenienza e la qualità del materiale riciclato che viene venduto.

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