Tra catastrofi ambientali e perdita di biodiversità, la questione climatica spaventa molto di più dell’economia e del sistema finanziario. I dettagli

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Davos 2020. Nella classifica dei rischi globali, per la prima volta, il clima è in testa. Proprio così: tra catastrofi ambientali (per opera dell’uomo e non) e perdita di biodiversità, la questione climatica spaventa molto di più dell’economia e del sistema finanziario.

Lo conferma il Global Risks Report del World Economic Forum, un documento elaborato sul parere di 750 esperti e autorità globali. Rischi climatici e ambientali occupano le prime cinque posizioni: non era mai capitato da quando lo studio è stato lanciato dieci anni fa.

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Come si legge nel report “i principali rischi di lungo termine sono interamente ricondotti a gravi minacce alla nostra situazione climatica”.

Davos 2020, a pochi giorni dalla cinquantesima edizione del World Economic Forum: l’appello

Secondo il documento, i contrasti geopolitici ci proiettano verso un “mondo unilaterale destabilizzato dalle rivalità delle grandi potenze, in un momento in cui imprese e leader di governo dovrebbero urgentemente focalizzarsi nella collaborazione per affrontare rischi condivisi”.

A rincarare la dose le dichiarazioni del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che ha rilasciato nel corso della cerimonia che ha riconosciuto Lisbona capitale verde d’Europa per il 2020. “L’umanità sta combattendo una guerra suicida contro la natura che reagisce e risponde con uragani, incendi e gravi siccità in molte regioni del mondo”. L’uomo “non distruggerà il pianeta che continuerà a girare intorno al sole per milioni di anni ma distruggerà se stessa e la possibilità di vivere sulla terra”.

Manca poco al lancio della cinquantesima edizione del World Economic Forum a Davos. Uno dei momenti più attesi dell’evento è il confronto tra Donald Trump e l’attivista Greta Thunberg. Intanto l’appello del Global Risks Report invita a “un approccio che tenga conto della diversità degli interessi, per mitigare i rischi in un momento in cui il mondo non può aspettare che la nebbia del disordine geopolitico si diradi da sola”.

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