Partire dalla tragedia ambientale delle Dolomiti per donare una nuova esistenza al legno degli alberi abbattuti: i dettagli della mission di Vaia

Vaia è una nuova startup che mette l’arte del design al servizio dell’ambiente: l’obiettivo è quello di restituire alla natura ciò che è andato perso dopo una catastrofe ambientale. Creare, cioè, oggetti iconici che diventino promotori di un messaggio più grande.

Il team di Vaia è costituito da tre giovani imprenditori under 30. “Volevamo cercare di trovare una soluzione concreta alla problematica di tutti questi alberi abbattuti e ormai inutilizzabili per le grandi strutture. Da qui l’idea di utilizzare quel legno, considerato ormai inutilizzabile, per creare un oggetto di design che potesse anche lanciare un appello forte e allo stesso tempo sostenere la ripresa del territorio” – ha spiegato Federico Stefani, founder di Vaia.

vaia
Fonte: Ufficio Stampa

Leggi anche: Dagli alberi della foresta di Stradivari, abbattuti dalla bufera, nasceranno futuri violini

Il nome della startup, inoltre, non è affatto casuale. Il riferimento è alla più grande catastrofe forestale italiana avvenuta negli ultimi 50 anni, causata dalla forte perturbazione dello scorso ottobre 2018 in tutto il Triveneto. 494 comuni colpiti dal maltempo, con la completa distruzione di circa 42.525 ettari di foresta e la presenza di circa 8.5 milioni di m3 di legname a terra.

Che cos’è Vaia?

Apparentemente sembrerebbe un semplice cubo di legno massello pregiato. In realtà si tratta di una cassa che consente di propagare in modo completamente naturale qualsiasi suono. Come? Inserendo al suo interno il proprio smartphone. Parliamo dunque di una cassa passiva che, senza l’utilizzo di energia, permette di poter amplificare ciò che si ascolta.

“Per noi si tratta di una metafora forte e concreta, una cassa attraverso la quale amplificare ulteriormente il grido di aiuto della natura e mantenere alta l’attenzione sul cambiamento climatico creando allo stesso tempo un progetto sostenibile” – ha aggiunto Federico Stefani.

Creare un modello di business che metta al centro la natura e che sia sostenibile al 100%. L’obiettivo è recuperare quelle materie prima che vengano sprecate e considerate inutilizzabili e ridargli nuova vita. Da qui nasce l’idea di usare gli alberi caduti, ritenuti deboli per essere impiegati nella costruzione e che quindi sono destinati solitamente solo per produrre energia elettrica nelle centrali di biomassa.

Vaia
Fonte: Ufficio Stampa

Vaia, un prodotto che coinvolge artigiani e falegnami locali

Vaia è realizzata da artigiani e falegnami locali. Non solo. Il team della startup sta coinvolgendo nelle Dolomiti chiunque si occupi delle foreste pubbliche per piantare nuovi alberi. Acquistando una cassa, infatti, si contribuisce a ripiantare un nuovo albero per ripopolare la foresta.

“Vaia non vuole essere solo un oggetto di design quanto un’idea concreta di come si possano creare progetti che aiutino concretamente il territorio e uniscano la comunità” – ha spiegato Giuseppe Addamo, co-founder e responsabile comunicazione e marketing di Vaia.

Come è realizzata? Ogni cassa è fatta con un legno di tipo massello certificato PEFC e FSC caduto durante la tempesta. Ciascun pezzo è unico perché presenta una spaccatura realizzata dal falegname con un’ascia che segue la venatura naturale del legno ormai rotto.

“Quando si decide di comprare Vaia, si sta comprando un prodotto che viene da quel preciso territorio colpito, con il legno caduto proprio lì e lavorato da un falegname della zona. Si diventa quindi parte di un circolo virtuoso, dando nel proprio piccolo un supporto concreto e importante” – ha concluso Federico Stefani.

Treedom