Ploggare, segnatevi questa parola: speriamo che diventi di gran moda in tutto il mondo, perchè si tratta di un neologismo virtuoso clonato qualche anno fa dal runner svedese Erik Ahlström e che nasce dall’unione delle parole “running” e “plocka upp”, che in svedese significa raccogliere. Il risultato è una parola che indica il raccogliere spazzatura mentre si corre.

Erik ha iniziato a raccogliere spazzatura per le strade della sua città, la civilissima Stoccolma, durante i suoi giri di corsa mattutini. Ha deciso di documentare la sua attività su Facebook e pian piano la sua esperienza è diventata virale in tutto il mondo, arrivando fino in Thailandia e per fortuna anche in Italia.

Tra le prime città italiane ad aderire Casale Monferrato, ma anche Milano, Bologna, Bergamo, Firenze, Monza e se ne aggiungono via via sempre di più. Si corre in gruppo e si approfitta di quelle ore dedicate al movimento fisico per fare anche qualcosa di concreto per l’ambiente e per la propria città.

Alla corsa si uniscono infatti movimenti come affondi e squot per raccogliere cartacce e spazzatura: il tutto viene poi immortalato e pubblicato sui social, con l’hashtag #plogging. Che si va ad unire ad un’altra iniziativa social virale, quella del #trashtag, simile per finalità: gruppi di persone si ritrovano per pulire zone deagradate e sporche delle città.

Un segnale positivo da parte dei cittadini, meno per le istituzioni che evidentemente non riescono a tenere pulite le strade: il plogging si fa a Central Park come sulla Costa Brava, nel sud e nel nord dell’Europa, a dimostrazione che tutto il mondo è veramente paese.