il primo libro: “Io-Tu Storie di Psicoterapie Mentecorpo” è una raccolta di casi clinici. Di seguito la sinossi:
Come capita, leggendo un libro di immedesimarsi nel personaggio o nel narratore, in questo particolare manoscritto, ricco di esperienze e vissuti di persone alla ricerca del loro indispensabile equilibrio, il lettore facilmente, potrà rivivere su di sè l’esperienza di qualcun altro e far tesoro di un modo differente di pensare ed agire nell’affrontare il proprio disagio. Il metodo Mentecorpo si fa spazio nel panorama delle terapie brevi nell’epoca del “benessere psicofisico”. L’approccio mira a connettere la persona con sè e con l’ambiente, partendo dal suo corpo. Nel libro vengono raccontate attraverso i casi clinici, le “storie reali” di pazienti durante il loro percorso terapeutico, introducendo il lettore all’interno dello studio e facendolo sentire sulla poltrona.
Il secondo libro: “Libera-Azione attraverso la crisi” parla della Terapia Polivagale ed anche in questo ci sono una serie di casi clinici. Di seguito la sinossi:
Dopo il suo primo libro “Io-Tu. Storie di psicoterapie Mentecorpo” – disamina di casi clinici dall’epilogo positivo, in “Libera-azione attraverso la Crisi” Silvia Trucco affronta le ragioni che l’hanno condotta a integrare, al suo originario approccio di psicofisiologa clinica integrata (“i muscoli sono organi del sentire”) e di psicoterapeuta strategica, nuove conoscenze e altri strumenti. Da una parte la teoria Polivagale di Stephen W. Porges, una prospettiva che enfatizza, attraverso le scoperte sul sistema nervoso autonomo, “il legame fra esperienze psicologiche e manifestazioni fisiche nel corpo”; dall’altra, ancora il metodo T.R.E. Trauma and Tension Releasing Exercises (“esercizi di rilascio del trauma”), ideato dal terapeuta bioenergetico David Berceli, tra i più noti esperti internazionali sui traumi e le loro conseguenze. Si dipana così un racconto scientifico e intimo insieme, leggibile da tutti e tutte ma soprattutto capace di esprimere la sintesi personale raggiunta da una terapeuta che, lei per prima, con tutta se stessa, deve accogliere e rapportarsi con i suoi pazienti e con gli altri: “Dobbiamo ‘tornare a casa’ nel corpo, prima di avere la libertà di ‘spiccare il volo’ e trascendere noi stessi”. E questo, appunto, non può che valere per entrambi, terapeuta e paziente. É solo così che nell’impresa eroica rappresentata da ogni terapia è possibile ridare il giusto significato alla crisi – a ognuno la propria – che da grave malessere com’è intesa nella connotazione negativa più diffusa del lemma, può tornare a esprimere il suo significato originario, quello del verbo greco Krino, donando alle persone le magnifiche possibilità di “separare”, “discernere”, “scegliere”, avendone però finalmente la forza.