Credenze, religioni, miti e icone del consumo, tra gang, tatuaggi, Ganesh e Jimi Hendrix: la pittura di uno dei più originali, ironici e complessi artisti italiani postmoderni in due inediti cicli a Visionarea

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Don’t Worry Don’t Worry Don’t Worry  Be Happy Be Happy Be Happy, mostra personale di Maurizio Cannavacciuolo, dal 18 aprile al 18 maggio al Visionarea ArtSpace di Roma, è una sovrapposizione di suggestioni, superstizioni, magie, rituali del nostro mondo e di culture extra occidentali: lo spiega il curatore della mostra, Marco Tonelli, che la definisce anche “una sorta di melting pot che è una radiografia della nostra contemporaneità esplosa”

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La mostra si compone di 11 dipinti rigorosamente in bianco e nero, realizzati tra 2021 e 2022, sui temi eclettici, esotici, polisegnici, ricchi di riferimenti a culture e popoli della storia contemporanea e antica, orientali e occidentali, a lingue e iconografie sacre e profane allo stesso tempo.

Credenze, religioni, miti e icone del consumo, tra gang, tatuaggi, Ganesh e Jimi Hendrix: questa è la poetica sorprendente di Cannavacciuolo, che non a caso è uno dei più originali, ironici e complessi artisti italiani postmoderni.

La mostra è organizzata con il supporto della Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, che ha voluto commentare: “La cultura è lo strumento che abbatte le barriere sociali e in prospettiva anche etniche e religiose: ho voluto espandere questa mia visione soprattutto partendo da Roma capitale d’Italia verso quel Mediterraneo da cui mi onoro di provenire e di cui io mi sento cittadino