‘Photographer’, Cristina Mittermeier: «Storie per ricordare quanto è essenziale l’Oceano»

Dal 19 marzo su Disney+ arriva Photographer, una docuserie in sei episodi realizzata dai registi Jimmy Chin e Chai Vasarhelyi. Photographer guida il pubblico in un viaggio al fianco dei più straordinari narratori visivi del mondo. Ogni episodio, della durata di un’ora, segue la vita di un fotografo iconico, dai primi anni della sua infanzia e carriera fino alla sua vita e alle sue imprese attuali. A partire da Cristina Mittermeier e Paul Nicklen – biologi marini e coppia anche nella vita – che da anni esplorano le profondità marine per sensibilizzare sulle bellezze del nostro pianeta e anche sui danni generati dalla specie umana.

«È stato strano raccontarsi. – ci dice subito Cristina Mittermeier – È difficile, soprattutto per una fotografa introversa come me, essere di fronte a una telecamera. Nello stesso tempo è stato facile, perché i registi sono grandi amici. Sono arrivati sulla barca ed è stato semplice stare con loro, ci siamo dimenticati delle telecamere. La parte difficile è stata avere i microfoni per tutto il giorno. Anche quando andavamo in bagno». L’episodio dedicato a Cristina Mittermeier e Paul Nicklein inizia proprio con una frase della fotografa: l’unico modo in cui possiamo cambiare il pianeta è raccontando storie. Ma quali storie?

Cristina Mittermeier e la potenza dello storytelling

«Credo che lo storytelling sia uno strumento per portare gli umani verso un punto di vista comune. – ci risponde la fotografa – È impossibile forzare le persone a credere in qualcosa o a essere d’accordo su qualcosa a meno che non racconti loro una storia. Devi condividere umanità. Come scegliamo le storie da raccontare? Ci basiamo sull’urgenza di cosa sta accadendo al nostro pianeta. Seguiamo una cornice scientifica. Gli scienziati ci dicono che facendo certe cose possiamo restaurare la salute e l’abbondanza dell’Oceano. Noi proviamo a raccontare storie sulle aree protette, come i parchi marini nazionali, o su come proteggere le balene. O ancora come possiamo fermare la plastica nell’Oceano. E credo che la storia più importante sia ricordare alle persone che l’Oceano è essenziale per la sopravvivenza dell’uomo e che per millenni l’abbiamo trattato come una discarica, estraendo troppo. Se vogliamo restare sul pianeta Terra, e io sicuramente non voglio andare su Marte con Elon (Musk, ndr), dobbiamo prendercene cura. Queste sono le storie che amo raccontare».

Paul Nicklen

L’incontro con le balene australi

Tra tutte le storie narrateci dalla Mittermeier, una in particolare le ha cambiato la vita. «Ogni volta che entri nell’Oceano, ti senti come se firmassi un contratto e inizi a far parte della catena alimentare. Non sai mai cosa succederà. – ci dice – Recentemente ho avuto l’opportunità incredibile di passare molto tempo in compagnia delle balene australi. Queste balene migrano dall’Antartico alla Nuova Zelanda e al Sudafrica, fino in Australia. E sono veramente selvagge, non sono abituate agli esseri umani. Sono anche in via di estinzione: negli anni della caccia sono passate da 45.000 a 300 esemplari. Ora sono protette e si stanno riprendendo. Abbiamo potuto in via eccezionale entrare in acqua con loro. Ti cambia la vita vedere un animale così intelligente. Hanno fatto un’inversione per tornare indietro e osservarci. Il loro occhio è quasi umano. Incontri così ti tolgono il respiro».

Infine chiediamo a Cristina di SeaLegacy, non profit istituita da lei e Paul Nicklen per «raccontare grandi storie e salvare l’Oceano». «Vogliamo essere una realtà che racconta l’Oceano e elevare il lavoro di tutti coloro che preservano gli animali e il mare», conclude.