Il Contemporary Cluster di Giacomo Guidi ha da poco festeggiato i suoi quattro anni. Incontriamo (video intervista allegata) il fondatore dello spazio affrontando il percorso che ha portato la galleria ad essere uno degli spazi più significativi per l’arte contemporanea.

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In un mondo spesso autoreferenziale e privo di connessioni autentiche con la società, Giacomo Guidi realizza un processo iniziatico che causa un mutamento ontologico su se stesso e soprattutto sul pubblico. Un eroe junghiano intento a superare uno dei peccati più gravi, l’ignoranza attraverso un’interpretazione e ricerca continua del contemporaneo perpetuata attraverso lo strumento dello spazio, il Contemporary Cluster. Come lo stesso Guidi ci ricorda “sono alla ricerca di artisticità che vivano il presente”.

Personaggio scomodo, capace di audaci e, allo stesso tempo, rovinose imprese, Giacomo Guidi è di fatto uno degli asset della capitale, una risorsa dinamica che è riuscita ad inserirsi a forza in una città eterna spesso avulsa al cambiamento per natura e per politica.

Giacomo-Guidi-ph-Guido-Gazzilli

Interprete del fluo metropolitano, osservatore attento, Giacomo Guidi è sicuramente un personaggio del nostro tempo che, consapevole o no, con Contemporary Cluster ha creato una macchina della conoscenza, un mix di cultura pop, socialità, musica e beverage in cui ognuno prende quello che vuole fermandosi al bar del piano terra o, armato di coraggio, salendo la scala verso l’ignoto. Giacomo Guidi è il Willy Wonka della capitale e il Contemporay Cluster, la sua Fabbrica di Cioccolato, uno spazio capace di mettere insieme, nello stesso istante, star delle classifiche Spotify, artisti di strada e aristocrazia capitolina, come si conviene a tutte le attività che lasciano un segno.

Una programmazione intensa incessante, per certi versi bulimica, che in un processo alchemico, ha portato all’attenzione del pubblico nazionale e internazionale il Contemporary Cluster.

Incontriamo Giacomo Guidi in un’intervista fiume, dove di tutto si parla tranne che del progetto presentato proprio in questi giorni: “Particolare di Paesaggio”. In mostra un’opera della storica serie di Mario Schifano e opere di Sebastiano Bottaro, Federika Fumarola, Chiara Gullo, Raffaele Milazzo, Germain Ortolani, Iacopo Pinelli, Padre Bio e Marta Abbott, in dialogo con i designer di Nucleo Studio, la gioielleria contemporanea di Riva Jewels, gli arazzi di House of Ita e le installazioni floreali di Copihue Floral Studio.

Un incontro del nostro tempo dove l’urgenza della condivisione supera l’esigenza della promozione del singolo evento per dare spazio al racconto dell’esperienza. Ed è questo il racconto di Giacomo Guidi che, rispondendo a cinque domande, rivela il suo pellegrinaggio alla ricerca contemporaneo, come si conviene a chi decide di rompere le barriere delle confort zone per inoltrarsi in nuovi spazi fisici e metafisici.