Ospite di ‘Che Tempo Che Fa’, Daniel Pennac ha presentato il nuovo romanzo e definito il ruolo di ‘capro espiatorio’.

loading

La puntata di Che Tempo Che Fa di domenica 26 marzo ha visto in studio con Fabio Fazio lo scrittore francese Daniel Pennac. Dal 28 marzo arriva infatti nelle librerie il romanzo Capolinea Malausséne, ultimo capitolo della serie di Belleville che ha consacrato Pennac a livello internazionale. Impossibile non chiedere dunque all’autore un’opinione sul capro espiatorio ai giorni nostri.

«Per prima cosa – dice Pennac – l’origine di tutto viene da un’idea che non è mia. È del filosofo René Girard, che ha elaborato questa teoria: i gruppi si costituiscono intorno a un colpevole già designato. Questo vale per le civiltà, è naturalmente l’origine della storia del Cristianesimo ad esempio. Ma vale anche per le aziende. Basta aver lavorato in un’azienda per sapere che c’è sempre un capro espiatorio. E infine vale per i governi. Un ministro è molto felice di andarsi a occupare di un Ministero, ma se la politica generale del governo è negativa questo ministro verrà licenziato e si accorgerà di aver fatto il capro espiatorio. Mi si chiede però chi è il capro espiatorio oggi».

«Oggi – continua Daniel Pennac – il capro espiatorio è colui che di fatto sta morendo annegato nel Mediterraneo. Quello è il capro espiatorio che viene sacrificato. Poi abbiamo anche altri capri espiatori, per esempio il Presidente russo ha una serie di desideri e quello principale è di ricostruire un impero. Per riuscirci ha bisogno di fare propaganda e, per fare propaganda, occorre designare dei capri espiatori. I capri espiatori che ha nominato sono poi i responsabili politici ucraini, che contrabbanda di fronte all’opinione pubblica russa e quella di tutto il mondo, definendoli nazisti. Il capro espiatorio della propaganda russa oggi è ovviamente uno dei responsabili ucraini, indipendentemente da chi siano. Questo poi vale per l’intero mondo, potremmo continuare all’infinito».

Foto: Kikapress