Il documentario di Paramount è in gara ai David di Donatello. La pellicola esplora i rapporti tra la Paramount e il nostro paese con testimonianze e reperti. In prima tv il 27 febbraio su Paramount.

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The Italian Jobs: Paramount Pictures e l’Italia candidato al David: 5 cose da sapere sulla prima produzione targata Paramount

In gara ai prossimi David di Donatello, nella sezione Miglior Documetario, ci sarà anche The Italian Jobs: Paramount Pictures e l’Italia, la prima produzione originale del brand. Grandissima soddisfazione, dunque, per il canale di Viacom International, visibile sul 27 del digitale terrestre e sul 27 di Tivusat. Ma di cosa parla, più nel dettaglio, il documentario? Ecco 5 curiosità sulla prima produzione Paramount.

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In gara, oltre al documentario firmato Paramount e diretto da Marco Spagnoli, troviamo Vai piano ma vinci di Alice Filippi, Evviva Giuseppe di Stefano Consiglio, La lucida follia di Marco Ferreri di Anselma Dell’Olio e Saro di Enrico Maria Artale. La cerimonia si terrà a Roma il 21 marzo, ma intanto sarà possibile vedere il documentario martedì 27 febbraio alle 23.20, in prima tv assoluta su Paramount Channel, in occasione del secondo compleanno del canale.

La trama

The Italian Jobs: Paramount Pictures e l’Italia approfondisce il rapporto che lega Paramount Pictures, una delle più importanti case cinematografiche degli USA, all’Italia. Più nel dettaglio, il documentario segue la storia di due uomini, due executive italo-americani, Pilade Levi e Luigi Luraschi, arrivati in Italia alla fine della Seconda Guerra Mondiale per rifondare la nostra industria cinematografica, i cui interventi hanno influenzato fortemente l’industria cinematografica mondiale: l’idea di produrre film europei, finanziati da fondi americani, è nata in Italia con Paramount Pictures. Capolavori come Le Notti di CabiriaRomeo e Giulietta o Il Conformista (solo per citare alcuni titoli) sono stati realizzati proprio grazie al loro intervento. Le testimonianze esclusive di Gioia Levi e Tony Luraschi, figli dei due executive, raccontano come i loro genitori non fossero soltanto uomini d’affari, ma come la loro vita fosse interamente dedicata al cinema.

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Il team dietro il documentario

Scritto e diretto da Marco Spagnoli, il film è prodotto da Ascent Film da un’idea di Luca Cadura per Kenturio, realizzato in collaborazione con Cinecittà Luce e Centro Sperimentale di Cinematografia e riporta le preziose testimonianze di grandi protagonisti dell’industria cinematografica italiana, come Enrico Lucherini, Felice Laudadio, Roberto Faenza, Tonino Pinto, Claudio Masenza, Gianni Bozzacchi, Don Most, Massimo Cristaldi, Paola Corvino e Franco Mariotti, e la partecipazione di alcuni “story lovers” d’eccezione: Greta Scarano, Andrea Delogu, Francesco Montanari, Francesco di Raimondo, Anna Pavignano. A impreziosire il documentario il voice over affidato ad Adriano Giannini, attore e doppiatore che ha la Storia del Cinema nel proprio DNA, mentre le voci di Luca Argentero, Stefano Fresi e Greta Scarano sono stati scelte per dare vita a estratti di lettere e diari dei protagonisti del documentario.

I primati di Paramount

Di fatto, il documentario mostra anche tutti i preziosi risultati raggiunti da Paramount: è stato, ad esempio, il primo Studio a produrre in Italia e il primo (nel 1937) a mettere sotto contratto un’attrice italiana, Isa Miranda. In seguito, la Paramount scritturerà anche Sophia Loren, Virna Lisi e Anna Magnani. Non è un caso che quest’ultima sia riuscita a vincere l’ambitissimo Oscar per La Rosa Tatuata.

L’importanza di Roma

Oltre alle attrici, l’Italia vanta anche una location eccezionale: Roma. Da Hitchcock a Tom Cruise, sono tanti i “vip” stranieri che hanno usato la nostra capitale per campagne promozionali o come set. Nel documentario, ci sono una serie di interviste nei luoghi in cui i film sono stati realizzati. Non solo Roma, dunque, ma anche Cinecittà, la Sicilia, Venezia (ricordate Indiana Jones e l’Ultima Crociata?) e Genova (The Italian Jobs).

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