A 15 mesi dalla morte di uno dei più grandi attori di tutto il mondo, si riaccendono i riflettori su Robin Williams, suicidatosi nella sua casa in California l’11 agosto 2014.

LE ULTIME ORE DI VITA, L'ULTIMO GESTO DI ROBIN WILLIAMS

Rompe il silenzio la moglie Susan Schneider, conosciuta nel 2009 e sposata nel 2011, che ha deciso di far luce sulle cause che hanno portato Robin Williams prima a tagliarsi le vene e poi ad impiccarsi nel bagno della sua villa.

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Inizialmente il suicidio dell’attore de L’attimo fuggente, Patch Adams e tante altre indimenticabili pellicole, è stato imputato al male nero della depressione di cui era affetto da tempo, ma la vedova di Robin Williams – in una lunga e drammatica intervista alla ABC News – ha rivelato che suo marito soffriva di una gravissima forma di demenza (la DLB, demenza da corpi di Lewy) di cui la depressione era solo uno dei 50 sintomi, e non il più grave.

IN FIAMME UN SIMBOLO DELLA CARRIERA DI ROBIN

Allucinazioni, paranoie, gravi disturbi del movimento e la psicosi che qualcuno volesse fargli del male: questi i motivi che hanno spinto Robin Williams a dire basta e togliersi la vita. “Ho passato un anno intero a capire cosa ha ucciso Robin – ha detto commossa Susan Schneider – A capire contro cosa stessimo combattendo, contro cosa fossimo scesi in campo e uno dei medici che lo seguivano mi ha detto, “Robin era consapevole del fatto che stesse impazzendo e che non potesse farci niente”.

“Prego – ha poi aggiunto – che questa tragedia possa dare visibilità a questa malattia, per i milioni di persone che ne soffrono e per i loro amati”. La DLB è la seconda forma di demenza più diffusa dopo l’Alzheimer e soltanto l’autopsia ha potuto chiarire le cause del decesso e il grado di compromissione della salute di Robin Williams.