‘Parsifal’: Marco Filiberti rilegge il mito. Ecco una clip in esclusiva

Dal 23 Settembre al cinema arriva ‘Parsifal’ di Marco Filiberti. Un progetto opera d’arte più che un film, un viaggio iniziatico che conduce al centro del mistero delle nostre esistenze, dove spiritualità e mistero sono prossimi l’uno con l’altro. Una rilettura del mito estremamente attuale “apocalittico, escatologico, salvifico” come lo ha definito il regista.

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Opera indie distribuita da 30 Holding, ‘Parsifal’ è il quarto lavoro del regista e vede nel cast gli attori della Compagnia degli Eterni Stranieri: Matteo Munari, Diletta Masetti, Luca Tanganelli, Giovanni De Giorgi, Elena Crucianelli, Zoe Zolferino (e lo stesso Marco Filiberti), condotti da Filiberti a questo appuntamento dopo un lungo lavoro formativo di tipo tecnico, artistico e spirituale.

Parsifal arriverà nelle sale 23 settembre e nell’attesa vi lasciamo ad una clip esclusiva del film e alla sinossi.

Sinossi

Palamède e Cador, due marinai, ingannano il tempo a bordo della loro imbarcazione, il Dedalus, in un imprecisato porto del Nord, un luogo senza tempo nel quale sono ben chiari i segni di un mondo oltre la rovina.

L’arrivo di Parsifal, un giovane svagato e ingenuo di cui nessuno conosce nulla e che sembra non appartenere ad alcun luogo del mondo, costringe i due marinai a scendere a terra, dopo che il ragazzo ha sciolto il nodo che tiene ancorato il mercantile. I due marinai si imbattono in Elsa e Senta, due prostitute conosciute nella taverna-bordello del porto gestita da Kundry, una donna che, grazie al suo straordinario carisma, riesce ad avvicinare Parsifal del quale lei solo sembra conoscere il passato. 

Parsifal, lasciato il porto, prosegue la sua peregrinazione fino ad arrivare in un luogo solenne e rovinoso dove un uomo, Amfortas, ferito all’inguine, è abitato da visioni apocalittiche e straziato dal dolore del mondo del quale si sente responsabile, poiché a dominarlo è ancora una volta il lancinante e insopprimibile desiderio. Parsifal, turbato da quella visione, si dirige inconsapevolmente nel tempo e nel luogo dove quella ferita ha avuto origine, la taverna-bordello di Kundry… 

Ma cosa sarà il Graal nella riscrittura che Filiberti opera sul mito epico-cristiano? Proprio qui, forse, sta l’indubbia forza che fa di questo film un progetto unico. 

foto: ufficio stampa 404