Abbiamo visto ‘The Nightingale’ di Jennifer Kent, unica regista donna in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Una storia estremamente attuale che racconta l’odio e la violenza per le popolazioni di colore.

Venezia75, per la serie ‘Donne e Vendetta’: The Nightingale.

Se pensiamo ad un film dove una donna si deve vendicare ferocemente di un sopruso, molte sono le pellicole che ci vengono in mente; sicuramente ‘Kill Bill’, ‘L’amore Bugiardo’ o ‘Lady Vendetta’ sono fra questi. Da oggi avremo un nuovo spunto, The Nightingale di Jennifer Kent, l’australiana che abbiamo conosciuto con ‘Badadook’, uno degli horror più originali ed apprezzati degli ultimi dieci anni.

The Nightingale, in concorso a Venezia75, è ambientato in Tasmania, nel periodo della colonizzazione anglosassone, un’epoca di profonda violenza nei confronti della popolazione autoctona, delle donne e del paese stesso. La storia narra le vicende di una giovane detenuta irlandese Claire, l’italo irlandese Aisling Franciosi, che viene sottoposta alle sevizie e all’estrema crudeltà di un tenente inglese, Sam Claflin, protagonista di un atroce delitto. La narrazione porta la protagonista a costruire una vendetta efferata aiutata da Billy, un aborigeno a sua volta segnato dallo sterminio della propria famiglia.  La storia racconta il loro rapporto e la trasformazione, agli occhi di Clare, di quell’individuo di colore che da schiavo e animale diventa uomo, amico ed alleato nella costruzione della vendetta.

La regia di Jennifer Kent è attenta e puntuale e non lascia all’immaginazione le scene più cruente. Sam Claflin demolisce definitivamente il suo personaggio di bello e buono con una interpretazione magistrale. Una storia estremamente attuale che racconta l’odio e la violenza per le popolazioni di colore.
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In sala, durante la proiezione, purtroppo dobbiamo segnalare due episodi di razzismo da parte del pubblico di accreditati, un applauso alla morte di un personaggio decisamente positivo che ha l’unica colpa, se così si può dire, di essere nero, ed un grido dalla platea “vergognati puttana fai schifo”  alla regista sui titoli di coda, spaventoso. L’autore di quest’ultimo gesto, è stato rintracciato e gli è stato ritirato l’accredito da parte della Biennale di Cinema. A poco sono valse le sue scuse su Facebook; il post inizialmente visibile è stato poi rimosso.
foto @Ufficio stampa La Biennale Cinema2018
Marianna Fontana in Capri-Revolution