L’attrice, ospite a Milano per la promozione del film di Steven Spielberg The Post, è tornata sul tema molestie ed ha spiegato l’importante ruolo avuto dal mondo del cinema nella presa di coscienza femminile

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Nel film The Post, in sala dal 1 febbraio, Meryl Streep è Katharine Graham, la prima donna editore del The Washington Post. Nella vita reale, l’attrice americana -che vanta il record del più alto numero di candidature all’Oscar- è impegnatissima nel sociale e lotta da sempre per i diritti delle donne. Ovvio quindi che una delle domande più gettonate in occasione della presentazione milanese del film, condotta insieme al collega Tom Hanks e al regista Steven Spielberg, fosse proprio sullo scandalo molestie sessuali che da mesi scuote il mondo del cinema e non solo.

“Perchè noi donne abbiamo impiegato tanto tempo a dire ‘basta’, il tempo è finito?”, si chiede la Streep in conferenza stampa, facendo anche riferimento al nome dell’associazione che lei stessa porta avanti insieme ad altre celebri colleghe, #Time’s up “probabilmente perchè siamo esseri umani ed impariamo lentamente, ma questa è una battaglia antica che oggi, per qualche ragione, stiamo combattendo in maniera diversa

La situazione delle donne e le loro difficoltà sono le stesse in ogni posto di lavoro, ha spiegato la Streep, ma “da quando è rimasta coinvolta Hollywood le cose sono iniziate a cambiare, la gente si è sentita coraggiosa e spero che continui così. Io sono molto ottimista”

Nei mesi scorsi Meryl Streep si era dovuta difendere dall’accusa di aver taciuto sui soprusi di Harvey Weinstein, al quale era legata da un rapporto professionale: l’attrice ha chiarito di non essere mai stata a conoscenza degli abusi perpetrati dal produttore, che faceva in modo che lei non ne sapesse nulla per non perdere il suo appoggio lavorativo.

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