In occasione della presentazione del docufilm ‘Noi siamo Afterhours’ al RomaFF13, abbiamo incontrato Manuel Agnelli. 30 anni di Afterhours, ma come si mantiene la propria identità? “Essendo imperfetti, liberi di tradire e di rinnegare alcune cose”. Intervista

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‘Noi Siamo Afterhours’: per stare insieme il segreto è essere liberi di essere imperfetti. Intervista

30 anni di carriera, 30 anni insieme tra abbandoni e ritorni: stiamo parlando degli Afterhours e del loro ‘Noi siamo Afterhours’. Presentato alla Festa del Cinema di Roma, il docufilm sulla band capitanata da Manuel Agnelli e diretto da Giorgio Testi, porta sullo schermo l’emozione del concerto al Forum di Assago del 10 aprile scorso.

‘Noi siamo Afterhours’ racconta attraverso le immagini del concerto e la voce di Agnelli, come la band sia resistita nel tempo e non abbia perso la sua identità. Abbiamo chiesto a Manuel quale sia il segreto per restare insieme così a lungo e soprattutto per restare sempre fedeli a se stessi. Lui, look total black, capello lungo e sguardo un po’ cupo (che lo ammettiamo, un po’ mette soggezione!) ci ha raccontato che il segreto è la libertà.

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“La libertà di essere imperfetti, di tradire, di rinnegare alcune cose che avevamo vissuto e che poi sono cambiate nella nostra vita. La libertà di non avere un’etica che diventa gabbia, ma avere il coraggio di dire siamo diversi, dobbiamo fare cose diverse e dobbiamo essere delle cose diverse.”

Loro che hanno sempre preferito luoghi ‘piccoli’ per esibirsi, dopo trent’anni hanno concesso (a se stessi e ai fan) una serata al Forum di Assago. E’ stata l’ultima data del tour celebrativo di queste tre decadi, e forse anche l’accettazione di essere un gruppo mainstream.

“Negli anni 60 mainstream non era un insulto o qualcosa di negativo. In classifica ci andavano i Doors, Jimi Hendrix, gli Stones. E’ la qualità della musica che conta, non il fatto che venga più o meno diffusa. C’è stato un periodo storico in cui essere popolari era disdicevole, quel periodo è finito definitivamente, ha significato molto però dobbiamo ripartire da un’altra cosa.”

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C’è sempre una prima volta e la data del 10 aprile al Forum è stata quella degli Afterhours. Manuel Agnelli tradisce un brivido e confessa che l’emozione è stata tanta.

“Tanta emozione, perché non ti aspetti mai che tutta quella gente si muova da casa per venire a vedere un concerto oggi; perché non è d’uso. Invece è un segnale molto molto forte. La gente secondo me tornerà, anzi, è già tornata ad avere la necessità di incontrarsi fisicamente e vivere le cose con un’emozione diversa, proprio perché ci si sente veramente insieme e parte di qualcosa.”

Il tempo a nostra disposizione finisce, c’è un photocall che aspetta la band. Manuel ci saluta e ci ringrazia; lo sguardo è meno tenebroso dell’inizio e forse il personaggio lascia spazio all’uomo. Sia che siate amanti della band sia che non lo siate, vi suggeriamo di vedere ‘Noi siamo Afterhours’ per fare un viaggio nella vita di un gruppo che ha fatto la storia della musica italiana.

foto@Ufficio Stampa RomaFF13