Full Contact del trentacinquenne regista olandese David Verbeek è uno dei film attesi alla Festa del Cinema di Roma, una co-produzione olandese/croata che tocca il tema sensibilissimo della moderna guerra tecnologica, o della lotta tra uomini in tempi iperteconologici.

Full Contact si snoda in 3 episodi incentrati su un pilota di droni che ha l’incarico di uccidere un terrorista nascosto in un edificio. Ivan non ha mai viaggiato, non ha mai realmente fatto la guerra su campo di battaglia all’estero, e non ha mai pilotato l’aero che comanda tecnologicamente. E’ protetto, in qualche modo, dal confronto con le sue vittime. Ma l’edificio che bombarda per uccidere il terrorista è in realtà una scuola, e inaspettatamente questo rimette in discussione la sua vita e il suo modo di rapportarsi al suo lavoro.

Senso di colpa e astrazione dalla realtà si mescolano e il film diventa anche un viaggio negli incubi e nella mente del protagonista. Da cacciatore onnipotente, che con un semplice clic può decidere della vita altrui, Ivan diventa vittima della sua stessa onnipotenza. Cerca di giustificarsi con l’idea che le vittime innocenti che ha visto morire sullo schermo non lo toccano e sono solo incidenti di percorso, ma il senso di colpa continua ad opprimerlo: sono vittime astratte perché non le ha mai incontrate e affrontate, o nel momento in cui ordina di sganciare bombe la realtà ha il sopravvento sul virtuale?

Questa la domanda al centro di Full Contact, in cui viene superato il confine tra realtà e finzione, ed è difficile distinguere ciò che realmente accade da ciò che invece prende forma solo nella mente di Ivan.

Il regista parla del suo film come di “una battuta di caccia. Una caccia sempre più vicina alla sua essenza; quel momento in cui il cacciatore tocca la sua preda. All'interno di quel momento la connessione è assoluta e senza dubbio, per entrambi, reale.”

Nel cast Grégoire Colin, Lizzie Brocheré, Slimane Dazi, Alain Blazevic.