E’ il più redditizio della saga ma Fast And Furious 7 è anche quello con più errori; come i vetri della macchina di Shaw

loading

Lunedì 26 aprile va in onda su Italia 1 il settimo capitolo della saga più adrenalinica di sempre Fast and Furious 7. Diretto da James Wan è l’ultimo capitolo della saga che vede la partecipazione di Paul Walker. L’attore in seguito ad un tragico incidente automobilistico, scomparve il 30 novembre 2013 a metà delle riprese del film.

LEGGI ANCHE:– Stasera in tv, Fast and Furious 7 su Italia 1: 5 curiosità sul film che non sapevi

Dopo averne interrotto la lavorazione, la produzione prese in considerazione di non portare avanti il film. Dopo un po’, insieme al cast, venne deciso di concludere la pellicola e la sceneggiatura venne rivista per affrontare la scomparsa dell’attore e dare al suo personaggio una degna conclusione.

Nonostante sia il sesto film per incassi nella classifica mondiale cinematografica, è anche quello che presenta più errori all’interno della saga: il sito Movie Mistakes ha contato 41 errori in 137 minuti di durata.

Ad esempio, la Maserati Ghibili su cui si trova Deckard Shaw durante il funerale di Han, ha inizialmente i vetri oscurati ma nelle inquadrature seguenti li ha trasparenti. 

Anche all’inizio della scena nell’ospedale, appare ben visibile la scritte “Londra”, ma il cartello fuori indica invece che quello è l’ospedale di Birmingham.

Inoltre, sappiamo che Shaw è presso l’ospedale di Londra, ma le prese elettriche lo tradiscono: sono quelle che si usano in America, e non in Inghilterra

O ancora, la zip della felpa di Brian quando viene salvato da Letty: in alcune inquadrature è quasi tutta aperta in altre più chiusa.

Nella scena del paracadute di Roman, il portellone della sua macchina fatto saltare da Tej per consentigli di saltare appare tornato al suo posto mentre la macchina fluttua sugli alberi.

E ancora: nella scena in cui Dom parla con Brian chiedendogli se gli mancano proiettili, vicino a quest’ultimo c’è la carcassa di una macchina che poi sparisce nell’inquadratura successiva.

Crediti foto@kikapress