Arriva al cinema ‘Capri Revolution’ di Mario Martone: un film di formazione, ma che ci ricorda e ci racconta l’importanza di essere aperti verso ciò che ci circonda e che non consociamo. Abbiamo incontrato il regista, ecco cosa ci ha raccontato.

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‘Capri Revolution’ di Mario Martone: ‘Il confronto è indispensabile per andare avanti’. Intervista

Dopo essere stato presentato con successo all’ultima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia arriva al cinema ‘Capri Revolution’ di Mario Martone.

Una storia di formazione ma che insegna anche, che bisogna tenere la mente aperta ed accogliere le differenze. Un tema più che mai attuale, come ci racconta il regista durante la nostra intervista. Il film ambientato sull’ Isola di Capri alla vigilia della Prima Guerra mondiale, racconta l’incontro tra un gruppo di giovani artisti nordeuropei che lì hanno fondato una comune in cui vivere in pace e semplicità, e alcuni abitanti del luogo. Come Lucia e Carlo. Lei una giovane guardiana di capre analfabeta abituata a vivere una famiglia patriarcale e maschilista; lui socialista e medico del paese.

“L’isola è un luogo simbolico. – Racconta Mario Martone ai nostri microfoni – Su quell’isola all’inizio del 1900 c’erano tensioni di tutti i tipi: persone che venivano da mondi diversi, idee diverse che si confrontavano. Su un’isola c’è poco da fare, ti devi confrontare. Da questo punto di vista è una bella metafora del mondo. Si pensa che il mondo si possa tagliare a fette, dividere… di fatto il mondo è un’isola e il confronto è necessario e inevitabile in tempi in cui invece si torna indietro, si ha paura e questa paura chiude e impedisce di guardare agli altri con apertura. Invece credo che bisogni spingere e provare a guardare con apertura . In questo senso, penso che Capri Revolution nasca anche da questo desiderio.”

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‘Capri Revolution’ di Mario Martone, inizia lì dove il regista ci aveva lasciati ne ‘Il Giovane favoloso’ e sembra completare quella trilogia iniziata con ‘Noi credevamo’.

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“Dopo ‘Noi credevamo’ sono rimasto un po’ intrappolato nella macchina del tempo – spiega il regista – perché ne sento il fascino e soprattutto perché tutti questi film non hanno a che fare con un desiderio di ricostruire il passato. E’ un viaggio di scoperta come fosse una miniera: cosa viene fuori scavando? Non delle storie a cui ridare vita, quanto una profondità del nostro presente. Perché sono giovani questi personaggi perché sono belli? Perché sono figure, che si tratti dei patrioti di ‘Noi credevamo’, o Leopardi o i nostri protagonisti di Capri Revolution, sono persone che hanno vissuto e vivevano tempi difficili. Non c’è nessuna nostalgia del passato: è difficile oggi come è difficile allora. Ma loro avevano questa spinta a rompere le gabbie a muovere le cose a confrontarsi. Ecco in questo senso si tratta di fratelli e di sorelle di chi è giovane oggi.”

Vi lasciamo alla nostra intervista, ricordandovi che l’appuntamento con ‘Capri Revolution’ di Mario Martone è al cinema e vi consigliamo di non perderlo.

foto@Ufficio Stampa La biennale Cinema 2018