La Los Angeles del futuro in Blade Runner 2049 come la Roma antica al tempo della sua caduta.

Gli androidi sono i nuovi schiavi prodotti nelle colonie extra-mondo. Replicanti pronti a ribellarsi ai padroni nel nome di un miracolo. La nascita di un bambino. Vi ricorda qualcosa?

La tesi di Blade Runner 2049 è che il futuro del genere umano, desertificata la terra con l’atomica e l’inquinamento, avrà bisogno di schiavi, come ai tempi dei romani, per colonizzare nuovi mondi. Ovvio che in un futuro civilizzato non può essere moralmente accettabile la schiavitù. Ma se al posto degli schiavi umani si utilizzano umanoidi super avanzati e resistenti. Chi realmente si potrebbe opporre alla loro sottomissione, se non loro stessi? In questo senso l’opera cinematografica di Villeneuve recupera il significato più politico di Philip K. Dick e al tempo stesso ci ricorda quanto era vivo nella mente dello scrittore il folle progetto hitleriano di sottomettere l’umanità. La distopia infatti caratterizza molti dei romanzi di Dick, uno fra tutti “La svastica sul sole”, che immagina un esito alternativo alla seconda guerra mondiale in cui i nazisti hanno vinto la guerra e dominano il mondo. Questa è solo una delle molte suggestioni che probabilmente hanno abitato le notti insonni degli sceneggiatori Hampton Fancher e Michael Green, alle prese con la scrittura di uno dei film più attesi degli ultimi anni.

Dov’è finita la scatola empatica? Ma soprattutto: che cos’è una scatola empatica?

A onor del vero alcune trovate magnifiche del romanzo, stentano a essere ben rappresentate nel film, altre mancano completamente. Erick Deckart nel libro è sposato e dispone di una efficientissima scatola empatica Penfield, la cui funzione tra le molte è migliorare l’umore della moglie e gestire senza liti il menage familiare. Se sei triste, depresso, apatico e la vita ti sembra tutto uno schifo, puoi scegliere uno dei centinaia di programmi della Scatola Empatica e immediatamente la tua corteccia celebrale produce lo stato d’animo promesso dal codice. Alcuni esempi:

  1. Consapevolezza delle molteplici possibilità che mi si aprono davanti nel futuro.
  2. Desiderio di guardare la TV qualunque cosa trasmetta.
  3. Desiderio di comporre un codice.

Nel film invece l’ispettore K è fidanzato con un ologramma, che diventa quasi subito solido, grazie ad un apparecchietto della Wallace Industries. Un invenzione tecnologica che dà un corpo alla fidanzatina virtuale interpretata da Ana de Armas. Il suo personaggio è un po’ casalinga anni 50’, un po’ geisha. Un intelligenza artificiale innamorata come una liceale, sempre pronta a tirare su il morale dell’Ispettore K e non solo il morale. Suggestiva la fusione corporea con la prostituta, chiamata da lei, per fare una cosa a tre. Una delle trovate visive più affascinanti del film. Un triangolo di amore e sesso, in cui virtuale e reale si fondono magistralmente.

 

SPECIALE BLADE RUNNER 2049

  1. Ma Villeneuve sogna pecore elettriche? 
  2. Blade Runner 2049 descrive Los Angeles come una Roma antica ma… del futuro
  3. Che ci fa Cartesio dentro un film di fantascienza?
  4. Come faccio a sapere se mi hanno impiantato un ricordo artificiale?

Tutti gli articoli sul tema Blade Runner 2049