Il 19 marzo arriva in tutte le sale cinematografiche La solita Commedia – Inferno, ultimo lavoro del duo Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli.

LA SOLITA COMMEDIA, INFERNO: CLIP IN ESCLUSIVA

L’Inferno è nel caos. Ogni giorno arriva una schiera di nuovi peccatori e Minosse, addetto allo smistamento dei dannati nei vari 'reparti', non sa più cosa fare. In quale girone infernale mettere uno stalker, un hacker informatico, un tecno-incontinente? Da qui l’idea di rimandare Dante Alighieri sulla Terra per catalogare i nuovi peccati.

 

Come raccontano i due attori (in questo film anche registi) ai nostri microfoni, l’idea di questo film nasce come ideale proseguimento de I Soliti Idioti. Dopo aver raccontato i tic, i difetti, le nevrosi degli italiani, Biggio e Mandelli volevano andare oltre: “Siamo cresciuti!” ironizza Fabrizio Biggio, “Non dirlo mai! – scherza Francesco – Volevamo chiudere i Soliti Idioti, fare qualcosa di nuovo che fosse altrettanto pazzo e folle". “In fin dei conti raccontiamo gli italiani e l’Italia attraverso le piccole cose – dice Biggio – e attento: se salti la coda non è una cosa da poco, è grave e vai all’inferno”.

Il film si apre con un affresco del Paradiso molto ironico: tutti sono infatti rappresentati con le caratteristiche dell’uomo comune. Ad esempio Dio è un super dirigente d’azienda che ha mille pensieri per la testa, è stressato e prende ansiolitici, beve e fuma. Gesù (interpretato da Tea Falco) è invece un figlio annoiato che si disinteressa dell’attività paterna.

 

Biggio e Mandelli non hanno paura che la Chiesa possa disapprovare o scandalizzarsi? “Penso che questo Papa sia quello giusto per questo film. – dice Fabrizio –  Potrebbe essere il Papa che si fa una bella risata e dice 'Ma che bello che la religione sia una roba su cui si può ridere e scherzare, che unisce le persone invece di dividerle'”.

Colonna sonora di questo film è il brano che hanno presentato a Sanremo Vita d’inferno. Ci sorge un dubbio: la loro partecipazione non sarà stata mica fatta a sommo studio?

“Ma no! Ma va!” assicurano in coro Biggio e Mandelli. Prima è nato il film – ci spiegano – poi la canzone e solo dopo hanno coronato il loro sogno di partecipare alla kermesse canora, sogno che avevano da tempo. “Però – aggiunge Mandelli – è anche vero che piuttosto che fare una promozione classica dove per caso ti trovi in un programma e sempre per caso promuovi il film, abbiamo detto 'Facciamo una cosa dove ci si mette in gioco noi, dove ce la rischiamo'”.

Ora che la kermesse sanremese si è conclusa ed è ormai un ricordo, metterebbero Sanremo in un girone infernale? No, perché Sanremo è un girone infernale con tanto di sala d’attesa rappresentata dalla Green Room. Chissà, magari lo vedremo rappresentato nel Purgatorio… Perché questo è solo il primo di tre capitoli.

Non ci resta che andare all’inferno dal 19 marzo in compagnia di Biggio e Mandelli.