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Nell'Albania del Nord, sulle montagne della nazione, la piccola Hana vive in una comunità che non riconosce la libertà delle donne.  A meno che non si appellino alla legge della sua terra – il Kanun – giurando di rimanere vergini e diventando uomini, per ottenere i diritti che spettano al sesso maschile.

INTERVISTA A SAVERIO COSTANZO

È questa la storia di Vergine Giurata, pellicola diretta da Laura Bispuri, ispirata al romanzo omonimo di Dones Elvira e presentata al Bari Film Festival, dove erano presenti – oltre alla regista – anche Alba Rohrwacher, Flonja Kodheli e la producer Marta Donzelli.

 

Vergine giurata, le dichiarazioni del cast al Bif&st 2015

Tutte le donne presenti hanno in primo luogo confessato di essersi innamorate della storia di Hana. "Avevo fatto alcuni corti e cercavo una storia per il mio primo film. – ha dichiarato Laura Bispuri – Mi sono innamorata della storia del libro di Dones Elvira, perché aveva una struttura e una forza molto originale e mi dava la possibilità di mettere in questo film il fatto che i personaggi femminili fossero in gabbie corporee".

"Quando ho letto la sceneggiatura e il libro – ha aggiunto Alba – ho scoperto l'argomento di queste donne che scelgono di essere uomini per essere libere. Era una storia bellissima, quindi ho ringraziato Laura, perché mi è sembrato un azzardo e nello stesso tempo un regalo che mi proponesse questo film. È stata un'avventura bellissima, ma molto difficile".

Laura Bispuri parla poi anche del tempo che ha impiegato a realizzare questo film: "C'è stato un periodo travagliato durato tre anni e mezzo – racconta – che mi è servito per accumulare informazioni sulla cultura e sul posto. Non ho perso mai la concentrazione, perché ero molto attaccata al film e al personaggio. Tutto questo oggi ha portato a degli elementi positivi. Spero però di metterci meno nel secondo film (ride, ndr)".