Le cicogne portano i bambini… o almeno una volta era così. Adesso consegnano i pacchi per Cornerstore.com, il gigante del commercio online. Junior, il miglior impiegato dell'azienda, è sul punto di ricevere una promozione quando per sbaglio attiva la Macchina Fabbrica-Bambini, dando così vita a una bimba adorabile e assolutamente non autorizzata. Nel disperato tentativo di recapitare questo fagottino di problemi prima che il capo se ne accorga, Junior e la sua amica Tulip, l'unica umana a Stork Mountain, iniziano una corsa contro il tempo per portare a termine la loro prima consegna, intraprendendo un viaggio frenetico e rivelatore durante il quale più di una singola famiglia potrebbe trovare la felicità e le cicogne potrebbero tornare a svolgere la loro vera missione.

Questa la trama di “Cicogne in missione”, il nuovo attesissimo film d’animazione che vede tra i doppiatori Alessia Marcuzzi (la giovane Tulip), Federico Russo (la cicogna Junior) e Vincenzo Salemme (Il piccione Toady che cercherà di bloccare la missione dei due protagonisti). “Cicogne in missione” non è una pellicola come tante, una di quelle che vedi una volta e te ne dimentichi. Noi abbiamo individuato cinque motivi per cui vale la pena vedere la pellicola che uscirà nei cinema italiani a partire dal 20 ottobre 2016.

I temi affrontati

Molti adulti, quando diventano genitori, tendono a trascurare i propri figli perchè troppo impegnati con il lavoro, perdendosi così i momenti più importanti della loro vita. Lo scopo della pellicola sembra essere proprio quello di far riflettere le madri e i padri sull’importanza della famiglia, del dialogo e, soprattutto, il bisogno di sentirsi amato da qualcuno. Il film d’animazione, inoltre, pone lo spettatore davanti a un quesito: cosa può essere considerata una famiglia? Qui, infatti, emerge che il voler bene a qualcuno, il sentirsi parte di una famiglia, è qualcosa che va al di là del nucleo familiare, che può essere provato anche da esseri che non hanno lo stesso gruppo sanguigno o la stessa natura. In questo caso equivale al sentimento provato da Tulip e Junior i quali, insieme alla piccola bambina che devono trasportare, si sentono parte di un mondo più intimo, che li lega nel profondo.

La caratterizzazione dei personaggi

Tutti i personaggi sono caratterizzati nel dettaglio e ben realizzati esteticamente. Ognuno di loro ha pregi e difetti che non rischiano di confondersi l’uno con l’altro, ma anzi li rendono unici: Tulip con la sua voglia di mettersi in gioco, la sua curiosità e, allo stesso tempo, caparbietà; Junior con la sua razionalità, le sue perplessità e il bisogno di crescere a livello professionale; Toady che vuole ottenere una promozione e per questo è disposto a mettere in pericolo i due protagonisti; la bambina che con i suoi occhietti dolci e i capelli rosa non ha bisogno di parlare per comunicare ciò che prova. Ognuno di loro ha un ruolo ben preciso che gli calza a pennello.

Il cast di voci

In una pellicola animata gioca un grande ruolo anche il doppiaggio, che deve essere convincente, coinvolgente, particolare, ben delineato e capace di rendere al meglio le emozioni dei personaggi a loro affidati. Alessia Marcuzzi, Federico Russo e Vincenzo Salemme sono riusciti perfettamente nell’impresa, dando vita a un doppiaggio capace di sottolineare in tutto e per tutto lo stato d’animo dei loro personaggi.

La colonna sonora e gli effetti speciali

Il progetto si avvale di una colonna sonora allegra, movimentata e adatta a un pubblico di bambini, che non potrà fare a meno di amarla. Complice del buon risultato è anche l’uso di effetti speciali molto accurati e originali, che colpiscono l’occhio dello spettatore più volte nel corso del film, provocando in esso tante sane risate e facendogli passare una serata all’insegna della vera leggerezza.

L’equilibrio

E’ importante anche l’equilibrio in un film d’animazione, perchè non deve contenere solo battute divertenti e ironiche, ma deve suscitare anche una riflessione. Ciò vuol dire che ci deve essere un certo equilibrio tra le scene più ‘drammatiche’ (se così possiamo definirle) e quelle volte a far ridere chi guarda. Non solo, perchè bisogna saper dosare bene anche i momenti di forte prevedibilità con quelli di assoluta imprevedibilità per non rischiare di annoiare il piccolo pubblico e in tutto ciò il progetto è riuscito benissimo.