Il 2 novembre del 1975 moriva a Roma Pier Paolo Pasolini, uno degli artisti più influenti del XX secolo. La sua morte fa ancora discutere.

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Il 2 novembre del 1975 è un giorno dannato.

Rivisto, raccontato, analizzato e destrutturato, per capire esattamente cosa sia successo a Pier Paolo Pasolini: uno dei maggiori intellettuali del XX secolo, il 2 novembre del 1975 perderà infatti la vita, in circostanze tuttora poco chiare, a cui si sono sommate bugie e misteri.

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Il caso ‘Pasolini’, difatti, rappresenta tuttora un omicidio irrisolto e fa parlare e discutere per il modo in cui l’artista perse la vita tra le strade di Roma, abbandonato e solo, come nessuno dovrebbe essere. Poeta, scrittore, regista, paroliere e giornalista, Pasolini ha fatto la storia del nostro paese, analizzandone soprattutto con cura i cambiamenti sociali, a partire dal secondo dopoguerra.

Non che fosse particolarmente amato, anzi. Pasolini era critico, diretto, cinico: creava contrasti, discussioni, chiacchiericci. Eppure, non si può prescindere da romanzi come Ragazzi di vita o Una vita violenta per capire forse meglio i chiaroscuri dell’Italia del dopoguerra, le rivoluzioni, le onde culturali che ne hanno cambiato l’aspetto e la natura. «…E io ritardatario sulla morte – recitava in una poesia – in anticipo sulla vita vera, bevo l’incubo della luce come un vino smagliante».