La quarta edizione di ‘Io Non Odio’ della Regione Lazio al via. Un progetto che forma i giovani per contrastare la violenza.

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Allo Spazio Rossellini di Roma, è stata presentata la quarta edizione di Io Non Odio – promosso dall’Assessorato alle Pari opportunità della Regione Lazio (nelle persone della Assessora Enrica Onorati e del suo staff) in collaborazione con Lazio Innova (nelle persone di Alessandra Tomeo e del suo staff). Durante la presentazione, l’Assessora Enrica Onorati ha spiegato i dettagli del progetto, da lei seguito in tutte le sue fasi. Iniziative a cui sia la Regione che Lazio Innova, nella figura di Alessandra Tomeo, hanno dato la massima priorità mostrando l’importanza di comunicare con le nuove generazioni.

Tante sono, del resto, le novità previste per il progetto che punta a contrastare ogni forma di violenza e discriminazione, parlando soprattutto ai giovani e alle scuole. Ne è un esempio il nuovo portale (www.iononodio.net), uno spazio virtuale che parla alle nuove generazioni e la novità più significativa di questa quarta edizione. Ci siamo fatti raccontare da Laura Marzi – ricercatrice in studi di Genere, scrittrice e, da quest’anno, coordinatrice di Io Non Odio – tutti i dettagli delle iniziative.

«È il primo anno che mi occupo del progetto. – ci dice Laura Marzi – Il portale parla ai giovani. C’è proprio la ricerca di un linguaggio che sia giusto per il target delle persone a cui il progetto è rivolto. È un target ampio, ma fatto da giovanissime e giovanissimi. C’è un’attenzione quasi maniacale a far sì che il portale e il progetto, le varie sezioni, siano strutturate in modo tale da essere giuste per loro e non una sorta di imposizione incomprensibile».

Io non Odio, il coinvolgimento delle scuole primarie

Un’altra novità è il coinvolgimento delle scuole primarie. Il target di riferimento si amplia alla fascia d’età 6-11 anni grazie alla collaborazione con Explora – Il Museo dei bambini. Gli alunni e le alunne delle scuole elementari che aderiranno a Io Non Odio potranno fruire dei contenuti prodotti o condivisi nell’ambito del progetto, partecipare a iniziative ludico-didattiche o formative loro dedicate, fare visite guidate presso il museo romano. «È un elemento molto importante per due ragioni. La prima riguarda l’apprendimento del linguaggio. – ci spiega Laura Marzi – La linguistica dice che l’età tra i 6 e gli 11 anni è critica, perché ciò che impariamo tendiamo a ricordarlo per tutta la vita. Una formazione sulle emozioni, sulla differenza tra sentimenti e bisogni, sull’empatia e su come costruire relazioni con l’altro in quella fascia d’età è fondamentale. Soprattutto in un progetto che vuole davvero arrivare a scalfire le dinamiche di discriminazione di genere, razziali, di bullismo e cyberbullismo. Era un passaggio necessario». Da qui la seconda ragione: il coinvolgimento di Explora, per Laura «un’eccellenza sul territorio regionale e nazionale».

«Il progetto da loro proposto è meraviglioso. Tanto che vorrei che tutti i ragazzi, di ogni scuola, lo facessero. Perché a scuola non si lavora mai sull’emozione e sulla relazione, eppure la scuola è fatta di relazioni: tra gli studenti in classe e con gli insegnanti. L’insegnamento stesso è relazione».

Del resto, la scuola – dopo la famiglia – è il primo luogo sociale che conosciamo. «Va trovata la chiave giusta e bisogna sempre pensare di offrire ai ragazzi un insegnamento di alta qualità. – ci dice Laura – Sia quando si insegnano la matematica e la letteratura italiana, sia quando cerchiamo di offrire alle ragazze e ai ragazzi degli strumenti sulle tematiche del progetto». Io non Odio – sottolinea Laura Marzi – ha optato per «una scelta di alta qualità».

I laboratori di ATCL circuito multidisciplinare del Lazio

E ne sono un esempio i laboratori di ATCL circuito multidisciplinare del Lazio. L’Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio, che si occupa della promozione e distribuzione dello spettacolo dal vivo nella regione, attiverà nelle province del Lazio laboratori di teatro, danza e musica sui temi legati alla campagna con la collaborazione di artiste e artisti impegnati sul fronte del contrasto alla violenza di genere. I laboratori termineranno con la realizzazione di un prodotto audiovisivo che verrà caricato sul portale e presentato in un evento finale di condivisione dei percorsi seguiti.

«Sono progetti artistici che prevedono laboratori di danza e teatro. – spiega Laura – Sono dei regali per chi parteciperà e per le scuole coinvolte. Se punti sull’alta qualità, gli ostacoli vengono arginati. Se ti faccio fare qualcosa di veramente bello, è difficile che non tu non lo comprenda e non abbia voglia di farlo. In ogni caso, bisogna partire dal fatto che i ragazzi e le ragazze siano bravissimi, sono la parte migliore dell’umanità. Il fiore. Bisogna saperlo ben coltivare così che dia frutti necessari alla società».

Fare x Bene

Fondamentale, in quest’ottica, il coinvolgimento nel progetto Io Non Odio di Fare x Bene. L’Associazione coinvolgerà studentesse, studenti e i loro adulti di riferimento in una serie di attività di sensibilizzazione, prevenzione e contrasto alla violenza di genere, al bullismo e al cyberbullismo. «Fare x Bene si occupa in modo capillare e in tutto il territorio nazionale della lotta alla violenza sulle donne. – dice la Marzi – E forma i cosiddetti peer educator, ragazze e ragazzi che preparati per dialogare con i loro coetanei e coetanee su avvenimenti della loro vita. La violenza non viene agita e subita solo quando si diventa adulti. C’è una violenza di cui sappiamo, che è quella del web ma anche quella delle relazioni complicate tra adolescenti e con sè stessi. La possibilità di garantire ai ragazzi della Regione Lazio di parlare con i peer educator e diventare peer a loro volta è fondamentale. Se io ho 15 anni e sto vivendo una situazione che mi mette in difficoltà e che non racconto agli adulti, posso chiamare una persona a Milano che sicuramente ne capirà più dei miei genitori o dell’insegnante».

In fondo, Io non Odio punta veramente a formare la generazione del futuro.

«C’è una vulgata che è sempre la stessa. Tutti pensano che le generazioni attuali siano peggiori delle precedenti. – ci spiega Laura – Nella giornata di lancio di Io non Odio abbiamo visto lo spettacolo Reborn, ispirato al libro e alla storia di Valentina Pitzalis e messo in scena dai ragazzi dell’ISISS Teodosio Rossi di Priverno. È meraviglioso. I ragazzi ovviamente comprendono e vivono sulla loro pelle le discriminazioni. Le agiscono e le subiscono come gli adulti. Con la differenza che scardinare le passioni tristi del razzismo e dell’odio in un adulto è quasi un’impresa impossibile. Educare i giovanissimi a non incorrere in quei gravissimi errori è invece un’opportunità che non si può lasciar cadere».

Uno sguardo al futuro

Ma cosa possiamo imparare noi dai giovani? «L’apertura e la curiosità. La saggezza che talvolta hanno i più giovani e che è anche inevitabile perdere per strada. Crescendo si acquisisce esperienza, ma la vita adulta ti pone di fronte a questioni in cui non riusciamo a essere molto lucidi. Loro, che sono fuori dalla macchina produttiva, hanno una visione molto più universale. La tragedia che ha vissuto la Pitzalis e che loro mettono in scena insieme al coraggio inenarrabile di quella donna che ha deciso di essere testimonianza in loro è chiara. Gli adulti potrebbero iniziare a fare le pulci».

Quanta strada c’è ancora da fare? «I progetti come Io Non Odio – conclude Laura – sono fondamentali perché si rivolgono ai giovani. Formano nuove generazioni che almeno si pongono il dubbio sull’istinto bestiale di odiare l’altro perché è diverso o perché fa ciò che tu non vuoi. Io non Odio, oltre all’altissima qualità che ribadisco, ha la visione a monte di rivolgersi ai ragazzi e alle ragazze, di formare il futuro».

Foto: Regione Lazio