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“E’ arrivata oggi pomeriggio, totalmente inaspettata, e particolarmente dolorosa per noi del MAXXI, la notizia della morte improvvisa di Zaha Hadid”.

Con queste parole di cordoglio si apre il sito web del Museo delle Arti del XXI secolo di Roma, che porta il segno indelebile dell’archistar Zaha Hadid, per il quale nel 2010 è stata insignita del prestigiosissimo Stirling Prize.

Nello stesso anno il TIME la include nell'elenco delle 100 personalità più influenti al mondo e l’anno successivo si aggiudica il secondo Stirling per la Evelyn Grace Academy, una scuola con forme a Z a Brixton, Londra.

Nata a Baghdad il 31 ottobre del 1950 in una famiglia benestante, Hadid studia a Beiriut per poi trasferirsi a Londra nel 1972, e solo dopo anni lontana dalla sua patria torna in Iraq per la progettazione del nuovo edificio per la Banca centrale irachena: in ogni opera d’arte, sempre presente la voglia di vedere il futuro, di plasmarlo con le sue celebri curve, di arricchirlo dei suoi sogni e sconvolgerlo con il suo bisogno di essere parte della rivoluzione.

La donna si è spenta il 31 marzo a Miami per un infarto che le è stato fatale, in una clinica dove stava curando una bronchite. Da Hong Kong a Lipsia, passando per lo stadio del nuoto di Londra 2012 e tante altre opere sparse ai quattro angoli del pianeta, Zaha Hadid ha lasciato tracce rilevanti del suo genio anche nel nostro Paese: la giuria che ha decretato l’irachena vincitrice del concorso per i lavori del MAXXI, infatti, l’ha scelta perché l’archistar ha saputo – meglio di altri – integrare le strutture del centro museale con il contesto preesistente.

“Ho avuto l’onore di conoscere bene Zaha Hadid – ha dichiarato Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI – Una grande donna: creativa e innovativa, che ci ha regalato le straordinarie architetture del “nostro” MAXXI. Questa sua morte improvvisa mi addolora moltissimo. Ci mancheranno molto il suo estro e il suo genio”.