David Beckham è stato uno dei calciatori più famosi del mondo e tutt'oggi è un personaggio di spicco nel mondo dello spettacolo, della moda e del sociale: insieme alla moglie Victoria fanno una delle coppie più glam dello star system e, cosa non trascurabile, David è sempre stato un eroe positivo, paladino di valori sani e di onestà.

Per questo lo scandalo che lo sta travolgendo in questi giorni, già ribattezzato il Beckham-gate, ha lasciato di stucco il Regno Unito e non solo: come è capitato a tanti altri personaggi pubblici prima di lui, David ha subito l'hackeraggio della sua casella mail privata. I messaggi che vi erano contenuti sono finiti, in modo assai poco piacevole, sulla stampa di mezzo mondo. 

Come è potuto succedere? In realtà alla base di tutto c'è un ricatto: due anni fa una società di pubbliche relazioni portoghese,  di cui Beckham era cliente, ha subìto l'hackeraggio dei server. Questo ha permesso agli anonimi hacker di rubare migliaia di mail fra cui quelle del campione del Manchester United, alle quali evidentemente miravano: hanno infatti chiesto alla società un riscatto di 1 milione di euro per non diffonderle, ma la società ha rifiutato e le mail sono state dunque diffuse ai giornali.

Beckham si è rivolto ai Tribunali per impedire che le sue mail personali venissero diffuse alla stamoa ed in effetti ci era riuscito, almeno con quella di casa sua, in Inghilterra. Peccato che all'estero -prima in Romania e poi in Francia- questo divieto sia stato aggirato e infine le mail sono diventate di dominio pubblico.

Cosa contenevano le mail in questione? Ovviamente, parole in libertà di Beckahm, che si lamentava con i suoi collaboratori di non essere stato nominato baronetto dalla Regina (" a bunch of cunt", teste di cazzo, l'epiteto riservato al comitato che assegna il titolo). Inoltre, emergerebbe dalle mail la partecipazione del calciatore a un fondo di investimento che-nonostante sia legale- permetterebbe l'elusione di una parte delle tasse dovute allo Stato. Terzo, a quanto pare alcuni collaboratori avrebbero proposto a Beckham di farsi pagare dall'Unicef un biglietto aereo in business class per partecipare ad un evento di beneficenza: alla fine comunque questo non sarebbe successo e anzi, la stessa Unicef è intervenuta per ringraziare l'ex calciatore del lavoro che svolge e delle sue generose donazioni.

Tanto rumore per nulla quindi? Alla fine da queste mail non uscirebbe davvero niente di così devastante per la reputazione di Beckham (a questo famoso fondo di investimenti- ripetiamo, legale- partecipano tantissimi personaggi pubblici inglesi): si tratta solo dell'ennesima violazione della privacy per un personaggio pubblico che si è visto, suo malgrado, sbattuto in prima pagina sui giornali di mezzo mondo.