Wire essenziali e convincenti a quarant’anni dall’esordio, con il loro ottimo “Silver/Lead”, live a Villa Ada

Forse sono fra i pochi gruppi che, a quarant’anni dall’ esordio, riescono ancora ad essere creativi, non limitandosi ad andare in scena solo per rimasticare materiale oramai consunto. Ma d’altronde che i Wire tengano soprattutto alla sostanza e poco agli orpelli è chiaro a tutti, anche alla luce dell’ottimo loro lavoro da poco realizzato, intitolato “Silver/Lead”, che li riporta giustamente alla ribalta.

Il tour (onorato da ben tre membri originari della band) ed organizzato proprio in occasione dell’uscita del nuovo album ha fatto tappa anche a Roma, nella manifestazione Villa Ada Roma Incontra il Mondo Villaggi Possibili. Con effetti luci ridotti al minimo Colin Newman, Graham Lewis, Robert “Gotobed”Grey e Matthew Simms, tutti in abiti dalle tinte scure, regalano agli  affezionati fan un live energico e rigoroso che è fatto soprattutto di musica (ben diciotto i brani eseguiti, tutti abbastanza brevi come vuole il punk, e nessuna pausa). Proprio a dimostrazione che qui la nostalgia non è di casa, buona parte delle composizioni provengono proprio da “Silver/Lead”, già apprezzato e digerito dai presenti che non mancano di entrare in sintonia con i ritmi serrati che la band propone dal palco, fra new wave, dark, punk e noise.

Poche le concessioni ad un glorioso e rappresentativo passato, fra le quali l’iniziale “Ahead” da “The Ideal Copy” o la riproposta di “Three Girl Rhumba” dall’acclamato esordio del 1977, “Pink Flag”. Dopo solo un’ora dall’inizio e poche parole pronunciate dal palco gli Wire terminano il set e scompaiono alla vista del pubblico presente che, comunque, soddisfatto gli incita a ritornare ed, in questo caso, la richiesta viene prontamente accolta. Altri tre brani completano la riuscita di un live decisamente atipico rispetto a quello di altre formazioni (legate troppo alla ricerca di particolari  effetti luci od originali trovate) e, fra questi, non può mancare un ulteriore accenno a “Silver/Lead”, proprio con il brano che dà il titolo all’album.