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Valerio Scanu e Annalisa Scarrone, solo ora si scopre

PUPO: IL MISTERO SULLA VITTORIA DI SCANU A SANREMO 

E’ un fiume in piena Valerio Scanu che sulle pagine di Repubblica si lascia andare ad una caustica considerazione sui rapporti tra musica e management, case discografiche e artisti, sul peso delle radio e sullo stato di salute dei talent.

Troppi, secondo il vincitore del Festival di Sanremo, i talenti che programmi come Amici, X Factor o The Voice sfornano ogni anno e che, al di là del successo iniziale, si ritrovano con un pugno di mosche in mano se non vengono seguiti come si deve dalle case discografiche.

Valerio, di cui il pubblico conosce e apprezza ormai la simpatia, le doti canore e anche quel guizzo che gli ha permesso di fare Tale e Quale (TUTTE LE CURIOSITA’ SULLO SHOW DI CARLO CONTI) e l’Isola dei Famosi arrivando fino in fondo, si accosta alla posizione di Laura Pausini in un intervento social di qualche giorno fa, e dichiara: “Dietro a un cantante che ha successo c’è un talent show che ti promuove, una casa discografica che investe su di te e un management che prende accordi con i network radiofonici. Che però non trasmettono le canzoni perché sono belle – puntualizza – ma perché devono garantire i diritti dei brani, visto che le radio sono diventate il management degli artisti, vedi Rtl con i Modà e The Kolors”.

 

Scanu si toglie un sassolino dalla scarpa rivelando un retroscena con Annalisa Scarrone, rimasto finora sconosciuto ai più: “Oggi non sarei Valerio Scanu se non avessi fatto Amici. Ma dopo il talent entrano in ballo le case discografiche, che si dividono gli artisti. E quando la mia discografica ha voluto parcheggiarmi per passare su Annalisa, ho dovuto mettere in piedi una mia etichetta per sopravvivere”.

Il cantante infine passa in rassegna alcuni dei grandi nomi usciti dai talent e dichiara: “Prendete Michele Bravi: ha vinto X Factor, ha avuto pezzi da grandi autori come Tiziano Ferro eppure non è successo più nulla perché adesso al posto suo c’è Lorenzo Fragola. Anche Mengoni ha avuto problemi dopo la vittoria, è stato gestito male, nel tour che seguì ci furono intoppi in molte date, solo dopo che ha cambiato management e che l’hanno rivoluzionato è stato rilanciato al punto di essere consacrato: il suo però è il caso fortunato su mille. Siamo troppi – conclude amaramente Valerio – e la fabbrica dei talent show, delle discografiche e delle radio ogni anno sforna e brucia altri talenti”.