Si intitola Mi Drogherò il nuovo singolo di Irama, che ha da poco calcato il palco del Wind Summer Festival a Piazza del Popolo e che ha reso disponibile il video della canzone, diretto da Felipe Conceicao insieme a Lorenzo Galli, con la supervisione artistica di Irama. Abbiamo chiesto proprio a Irama di raccontarci questo inedito e a cosa sta lavorando. Ecco la nostra intervista.

Ciao Irama, il tuo nuovo singolo si intitola Mi drogherò. Una scelta inusuale che coincide però con tanta innovazione, sia nel sound che nella metrica del testo. Da dove nasce questa canzone?
Sì, questa canzone ha un titolo molto provocatorio, Mi drogherò. Anche la copertina provoca molto, ci sono io che prendo una pasticca a forma di cuore. Chiaramente il pezzo non parla di droga, anche perché io sono contro la droga. Non parla di droga, ma parla della droga, quella che può nascere per un sentimento. Se date un’occhiata al video teaser che ho pubblicato sul web prima del video, si capisce anche che io vivo la musica al di là del brano fine a se stesso. La musica ha mille interpretazioni, mille parentesi, mille sfaccettature. In quel video – che è come se entrasse un po’ nella mia testa – cerco di aprire proprio una parentesi, fornire un’interpretazione.

Vale a dire?
La mia generazione in questi anni ha visto la ‘droga’ completamente sotterrata come tabù. Anzi, paradossalmente è diventata una banalità. Quello che la mia generazione ha perso, secondo me, è proprio il contatto con la realtà, il vero senso della droga e della vera dipendenza. In quel video analizzo diversi tipi di droga, sempre con un senso un po’ provocatorio. Ad esempio, la televisione spazzatura, i social network o un problema come la ludopatia, che è molto diffusa anche tra persone che conosco. In questa canzone, ho cercato di far tornare quella voglia di scoprire il sentimento. Quella dipendenza bellissima – ma che ti disintegra – nei confronti dell’amore, quello a 360 gradi.

In che senso?
Non intendo solo l’amore tra un uomo e una donna, o tra due uomini o due donne. Intendo l’amore vissuto, intenso, sentimentale ma anche carnale.

E’ per questo che, prima dell’uscita del singolo, su Facebook ‘ingolosivi’ i tuoi fan con parole come ‘ossessione’ o ‘estasi’?
Sì, verissimo. Sto scrivendo diverse canzoni in questo periodo. Spero che noterete la mia crescita vocale, ma soprattutto la voglia di mettermi in gioco. Sono cresciuto ascoltando vari generi e ho sempre cercato di mischiarli. Le basi sono diverse, ma il risultato rispecchia ‘il mio modo’. Sento che stavolta sto facendo un bel progetto.

Cosa cambia rispetto allo scorso anno?
Mi sento cresciuto, nonostante il fatto che non sia passata una vita. Paradossalmente ho provato sulla mia pelle che in un anno artistico puoi cambiare tantissimo. Sono ancora giovane, ma ho lavorato molto e sempre con i piedi per terra. Penso di essere cambiato tanto e sto cercando di dare sempre una qualità migliore e qualcosa di diverso ai miei brani. ‘Diverso’ per me è una parola chiave, perché io amo i dischi in cui i brani sono uno diverso dall’altro. Mi drogherò è semplicemente una sfumatura di quest’anno. Ho scelto questo pezzo perché mi sentivo di buttarlo fuori, per le sonorità un po’ rock, un po’ rap e un po’ pop. La scelta però è stata istintiva. Non c’è dietro uno studio, non sono un bravo imprenditore, sono un musicista. 

Sentiremo quindi tante cose diverse. Come hanno reagito i tuoi fan a questo singolo?
L’hanno presa veramente bene. Io sono dell’idea che comunque sia sempre bello stupire, cercare una reazione, provocare. Amo il fatto che nel mondo della musica ci si possa mettere in gioco, un po’ come a dire ‘Guarda cosa ti sto dicendo’, non amo la musica sempre uguale o chi tende ad imitare un genere. Ci sono artisti bravissimi in questo, però è un mondo che non mi appartiene. A me piace fare cose diverse, ve le butto lì. Sono molto realistico quando scrivo le canzoni. Sono il tipo che te le mette in cuffia e ti chiede cosa ne pensi. Questa è la musica. Anche perché l’ascoltatore sente la canzone e se gli piace se la riascolta, altrimenti passa oltre.

Mi confermi quindi che stai lavorando all’album e che sarà un mix di sfumature…
Sarà un ventaglio di colori. Questa è la giusta definizione. Mi drogherò è il primo colore, spero che gli altri vi piacciano.