Giovedì 8 giugno, a Base Milano, ritorna l'appuntamento con la rassegna Italica, che esplora il nuovo sound italiano con due formazioni che fanno del mash-up tra generi il loro manifesto: i Camillas e gli Itaca, berlinesi doc che hanno però deciso di cantare nella lingua del loro primo incontro, avvenuto per le strade Roma.

Abbiamo raggiunto al telefono Mirko dei Camillas, per farci quindi raccontare cosa dobbiamo aspettarci da questo live e a cosa sta lavorando la band.

Ciao Mirko, l’8 giugno suonerete a Base Milano per la rassegna Italica, che si propone di far esibire artisti che possano ‘mostrare’ e far ascoltare un nuovo tipo di sound italiano. I Camillas si sentono ‘paladini’ di questa missione?
Sì, certo. Noi portiamo il nuovo italiano. I nuovi sussidiari. Vendiamo dischi e sussidiari. Quindi sì, siamo portavoce di un’italianità nuova. Ulteriore.

Di sicuro, usate la lingua italiana a modo vostro.
La lingua la facciamo tutta a cubetti e poi ci giochiamo. La mangiamo anche, poi piangiamo. Perché è una lingua bellissima.

Ok. Cosa vedremo quindi in occasione di questa serata?
Solitamente improvvisiamo. Improvvisiamo il nostro modo di porci: ogni volta ci comportiamo in modo diverso in base alla situazione che ci troviamo davanti. Quindi, quando arriveremo al Base, guarderemo ogni singola parete per capire che canzoni fare. Sarà una situazione che prevede momenti intimi – perché abbiamo capito che non sarà un live da rock ’n roll ma più da ascolto – e intimamente divertenti. Si cercherà anche di piangere, magari tutti insieme. E poi sganasciate di risate. Ma anche imprevisti. Sarà un’emozione imprevista. 

Riuscite a improvvisare dal vivo senza problemi?
Facciamo improvvisazione pop. Ovviamente facciamo canzoni e le canzoni le abbiamo. In buona parte sono canzoni definite, con una loro esecuzione che ritorna in ogni live. Altre canzoni sono diverse, perché più che dei brani sono delle idee aperte, hanno una parte di testo o di musica ma il resto non è definito, quindi può cambiare in base alle persone, a quello che ci passa per la testa in quel momento… Improvvisiamo anche la scaletta: la definiamo così poi non la facciamo.

Ovvio.
Ma perché magari capita qualcosa durante il concerto che ci devia verso un’altra direzione.

Quindi ogni live è un’esperienza unica…
Esatto, è la nostra caratteristica. Una delle nostre tante bellissime caratteristiche. Puoi venire al concerto giovedì, e già venerdì potrebbe essere tutto diverso.

Be’, è bellissimo.
Lo facciamo per noi, per divertirci e non stancarci facendo sempre la stessa cosa. Ma anche per il pubblico che viene a vederci e che a volte magari resta deluso, perché non ascolta l’esecuzione che vorrebbe. Poi di solito capiscono però – spero – che ci piace essere sempre freschi e nuovi. Emozionati noi per primi. Se ci divertiamo noi per primi poi si diverte anche il pubblico.

E’ un modo di suonare dal vivo un po’ fuori dagli schemi…
Sì, non ci piace ripeterci né eseguire le canzoni come dovrebbero essere fatte. Ci sono nostre canzoni molto vecchie, che sono quelle che chi ci segue apprezza di più, come La Canzone del Pane o il Bisonte, brani che col tempo hanno dovuto subire un cambiamento, altrimenti le avremmo abbandonate, sarebbero morte. Le abbiamo rinnovate con un arrangiamento nuovo o un’aggiunta di testo. Immagina di eseguire la stessa canzone nello stesso modo per 10 anni… Non puoi farlo dando al brano lo stesso entusiasmo, è artificioso. Magari c’è chi lo fa e gli riesce anche bene. A noi non piace.

Nel vostro futuro, comunque, ci sono ancora tantissimi live e un nuovo album. Cosa dobbiamo aspettarci?
Non abbiamo ancora ben chiaro come sarà il nuovo disco, però abbiamo delle suggestioni che potranno essere abbracciate completamente o che magari diventeranno altro, trasformate dalle nostre menti.

Quali sarebbero queste suggestioni?
Una di quelle che in questo momento ci sta influenzando di più la capisci già dal titolo del disco, che sarà probabilmente Discoteca Rock. Quando abbiamo deciso di iniziare a fare cose nuove, siamo rimasti molto colpiti dal video di PSY, Gentleman. Quella canzone con quel video è uno slancio verso il divertimento puro, da discoteca, a prescindere che sia una pu**anata o meno. Anche perché spesso le pu**anate sono bellissime. C’è tantissima energia positiva e di festa in quel video, l’immagine dello svacco totale. Volevamo recuperare quell’energia.

E poi?
Abbiamo conosciuto tanti cantautori e musicisti che son stati molto luminosi verso la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. Come Flavio Giurato, con cui abbiamo fatto un disco che uscirà a parte. Però nell’album ci saranno molte presenze, forse quella di Andrea Tich, autore progressive famoso per il suo bellissimo disco, Masturbati. E ancora Tony Pagliuca, storico tastierista delle Orme, una persona meravigliosa. Ci piacerebbe poi che ci fosse una donna a cantare qualcosa. Sarà quindi un disco di festa, ma dato che noi difficilmente riusciamo a star fermi in un solo genere, ci saranno anche cose con i brividi…