In uscita ‘Exile in The Outer Ring’, il nuovo lavoro di Ema che unisce la critica sociale alle diverse anime della cantautrice

Negli anni passati Erika Michelle Anderson (in arte Ema) ha sperimentato cosa significa essere musicista nell’ambito di una formazione, seppur decisamente alternativa ed atipica come gli statunitensi Gowns.

Un’esperienza utile soprattutto per forzare alcune scelte di vita, come quella di andare a vivere in California, trasferendosi dal luogo natio (talvolta alienante) nel Sud Dakota. Dal punto di vista musicale quell’originaria esperienza ha innescato invece un processo di trasformazione che si è consolidato attraverso album sperimentali e devianti che ora giungono al loro terzo capitolo con l’ottimo ed interessante “Exile in the Outer Ring” (in uscita per City Slang proprio in questi giorni).

Un lavoro, quest’ultimo, dove convivono le diverse anime della cantautrice americana capace di costruire brani strutturalmente trascinanti e pop, anche se in maniera sotterranea (“Dows and Out”) e corredandoli di opportune intrusioni noise o rendere tutto più oscuro e ondivago come nella straniante, rumoristica e dark “Breathalyzer”.

A questo si unisce un forte impegno sociale e politico che certo non risparmia critiche al nuovo presidente Trump, ma si occupa della violenza inconsapevole, quella che si nutre del fallimento e dell’isolamento conseguente a determinate situazioni limite, tipiche delle moderne società capitalistiche. Il tutto descritto nel singolo “Aryan Nation” che prende spunto dal film “This Is England” dove si parla della radicalizzazione di un gruppo di skinheads britannici. Film non molto conosciuto negli Stati Uniti, ma particolarmente profetico per quanto riguarda la genesi delle rivolte scoppiate oltreoceano nel 2017.

Argomenti molto interessanti e crudi, affrontati senza voler fornire a tutti i costi soluzioni, che ben si inseriscono in un discorso musicale originale che trova alcuni punti di contatto solo nelle migliori espressioni dell’alt rock sperimentale al femminile dei nostri giorni. In questo senso vengono in mente i nomi di artiste altrettanto valide come Zola Jesus o Chelsea Wolfe. Ema è sicuramente, insieme a loro, uno dei nomi da tenere in considerazione per quanto riguarda le nuove frontiere dell’indie rock più innovativo.

Tonino Merolli