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Articolo 31: Dj Jad a ruota libera contro la diffida e su J-Ax

Dj Jad non le manda a dire e, in un’intervista fiume rilasciata a Blogo, si toglie più di un sassolino dalla scarpa su quanto sta accadendo intorno al ‘marchio’ Articolo 31. Sembra assurdo ridurre una carriera e 9 album a un semplice marchio, eppure – quando Dj Jad ha annunciato il ritorno del progetto discografico con una nuova formazione – l’etichetta Best Sounds ha diffidato il dj dall’utilizzo specifico del “marchio”, pena il pagamento di una penale di 10mila euro al giorno.

Inutile dire che Dj Jad non si aspettava nulla di tutto questo e che il nuovo progetto Articolo 31 Dj Jad Project nasceva sicuramente non con l’intento di sollevare polemiche.

“Non mi aspettavo una cosa del genere. – dichiara a Blogo Dj Jad – Soprattutto da parte del mio ex produttore (Franco Godi, ndr), persona alla quale ho voluto bene come un padre e che ho scelto addirittura come testimone del mio matrimonio. Tutt'ora non riesco a provare astio, mi chiedo solo il perché. Io non ho firmato nessuna cessione del marchio Articolo 31, che in un certo senso ho creato”.

“La richiesta di risarcimento – continua Dj Jad – la trovo di cattivissimo gusto. Il mio ex produttore detiene tutte le edizioni dei nostri album, a livello editoriale continua a guadagnare centinaia di migliaia di euro con i nostri brani. Io invece sto con le pezze al culo, non me la vivo bene economicamente”.

"Le nostre strade si sono separate. – commenta infine Dj Jad su J-Ax – Lui ha voluto fare tutt'altro, io continuo per la mia strada. Non abbiamo litigato e anzi sono contento per i suoi traguardi. Ma io ci tengo a portare avanti i miei valori, è una questione di etica. Ho un solo grande rammarico: il fatto che non sia venuto neanche al funerale di mia mamma quando lei gli dava sempre il piatto di pasta. Ho ricevuto solo un sms dopo la morte di mia mamma…".