Coez apre alla grande il Viteculture Festival il 30 giugno. La nostra recensione

Concerto bagnato, concerto fortunato: questa la felice realtà del live di Coez che ha entusiasmato le tantissime persone presenti all’Ex Dogana per l’apertura del Viteculture Festival, neonata manifestazione che ci accompagnerà per tutta l’estate e nei prossimi giorni riserverà importanti e gradite sorprese.

L’inizio è stato col botto: previsto, come ha sottolineato sinceramente lo stesso Coez dal palco, ma non per questo meno emozionante e coinvolgente per tutti. Un sold out che conferma le positive reazioni  al nuovo lavoro Faccio un Casino”, premiato con il disco d’oro dalla Fimi, come è stato confermato proprio durante il concerto. Ma quello che maggiormente colpisce è il rapporto viscerale fra Silvano Albanese (questo il vero nome di Coez) e il  giovane pubblico che canta in coro tutte le sue canzoni (da quelle del recente passato come “Le Parole Più Grandi” o “Forever Alone” a quelle dell’ultimo album come “Occhiali Scuri”, la trascinante “Faccio un Casino” o “Still Fenomeno”, brano con cui è iniziato il concerto).

E tutto si trasforma in un evento, una vera festa per  un movimento musicale che mostra di esserci sempre e di raccogliere ancora notevoli consensi. Forse dipende anche dalla contagiosa sensazione di fratellanza che pervade un palco dove si susseguono le apparizioni dei migliori nomi della scena hip hop romana, e non solo, convenuti per suggellare il successo di uno di loro, un vero amico. Così non possono mancare all’evento personaggi come Gemitaiz, Gemello, Lucci o Niccolò Contessa (insieme a Coez per un’acustica ed intensa versione di “Faccio un Casino”), coinvolto in diverse maniere nella stesura di un lavoro, in bilico fra intelligente pop e rap, che sancisce la definitiva consacrazione di Coez. Questo, fortunatamente, senza dover venire a patti con l’industria discografica e continuando a lavorare in maniera indipendente.

Una garanzia per poter continuare a comporre musica e testi, talvolta anche crudi, che esprimono la realtà di una generazione diversa da tutte le altre, ma non per questo priva di contenuti. Il tutto con intelligenza, ispirazione e le giuste capacità tecniche per esprimersi al meglio anche su un palco, dove fanno la loro ottima figura sia Coez (chiamato a nuove sfide vocali che esulano dall’originario rap) e i suoi ottimi compagni di viaggio: Passerotto alla batteria, Alessandro “Gaspare” Lorenzoni alle chitarre e WHTRH (Banana) dj. E, nonostante (dopo circa un’ora di live) cominci a piovere, tutti continuano a sentirsi coinvolti in un evento fortemente desiderato e non smettono di stringersi attorno ad un rapper/cantautore che, senza espedienti o gigionismi di troppo, riesce ad essere perfettamente in sintonia con il suo pubblico.

Dopo quasi due ore il live si chiude e Coez lo fa, dimostrando di essere molto legato a questo pezzo, con un’esaltante, lunghissima ed elettrica versione del suo attuale brano simbolo “Faccio un Casino” e con un arrivederci a molto presto.