Nonostante sia uno degli stati più piccoli del Centro America, il Costarica è da parecchio tempo considerato il Paese più felice del mondo ed il miglior luogo dove vivere. Il clima, il cibo sano, la tranquillità, ma soprattutto il contatto con la natura rigogliosa hanno fatto del Costarica un luogo dove sempre più persone, italiani compresi, decidono di trasferirsi. Il perfetto equilibrio trovato da questo popolo tra innovazione e conservazione è assolutamente da prendere ad esempio, basti pensare che su una superficie di 51.100 chilometri quadrati sono presenti 26 Parchi Nazionali e 161 aree protette per un totale di circa il 25% della superficie complessiva.

Tutto questo fa parte di una politica ambientalista promossa dal governo che incentiva la ricerca e la sperimentazione sulle energie rinnovabili, un sistema carbon neural.

Nel 2016, infatti, ben oltre il 96% dell’energia dell’intera nazione è stata prodotta dall’indroelettrico e dal geotermico, con un occhio attento anche all’energia solare ed eolica.

Questa continua sperimentazione ed una forte politica di investimenti hanno fatto sì che, in poco più di un secolo, il Costarica divenisse il paese più verde al mondo. A partire dai primi anni del 1900, con l’arrivo delle centrali idroelettriche, la ricerca è stata costante e, grazie anche all’abolizione dell’esercito nel 1949, i fondi per le spese militari sono stati completamente ‘dirottati’ verso l’ambiente. Certo, è sicuramente vero che il Paese ha abbondanti risorse naturali da poter utilizzare, a partire dai numerosi fiumi non particolarmente lunghi, ma con una grande portata d’acqua e poi anche le abbondanti piogge tropicali ed il sole. Questi sono tutti punti a favore tuttavia, senza la lungimiranza dei governi che si sono succeduti negli anni, la quasi totale indipendenza energetica non sarebbe stata possibile.

Attualmente il governo si è dato un obiettivo: entro cinque anni eliminare totalmente gas e petrolio e diventare ‘carbon neutral’ ossia riuscire a far sì che la somma delle emissioni delle industrie,  le strutture turistiche e le abitazioni private sia ad impatto zero e cioè in numero non superiore a quanto la natura riesca ad assorbirne.

Per raggiungere questo obiettivo si è pensato ad una serie di incentivi per il trasporto ibrido o completamente elettrico oltre agli investimenti economici già in atto, ad esempio non saranno sostituiti i veicoli tradizionali con altri analoghi, ma con quelli alimentati a biocarburanti o ibridi. Un’altra idea che si è rivelata particolarmente vincente è stata quella della C-neutral, ossia una tassa che i numerosi impianti turistici del Paese dovranno pagare se supereranno il limite delle emissioni di CO2 consentito per legge.

Quando nel 1949, dopo la Guerra Civile, le forze armate furono abolite fu varata immediatamente una nuova legge che conteneva una clausola: tutto il denaro risparmiato dall’abolizione della Difesa doveva essere investito in politiche sociali ed ambientali. Via libera, quindi, al finanziamento di sanità, istruzione, ricerca sull’energia pulita e i risultati raggiunti da questo piccolo Stato-modello dimostrano, se ancora ce ne fosse bisogno, che la volontà e l’impegno sono la giusta via per raggiungere grandi risultati.