Rappresentanti di Facebook confermano. In occasione delle elezioni presidenziali USA, una società collegata alla propaganda russa si è servita nel 2015 del social network, acquistando campagne di pubblicità politica per oltre 100.000 dollari.

Facebook ha analizzato 470 account non autentici e oltre 3.000 campagne politiche a pagamento, da giugno 2015 a maggio 2017, ossia nell’arco di svolgimento delle recenti elezioni presidenziali USA. Gli acquisti e i falsi account sono riconducibili a una “troll farm” russa, la Internet Research Agency, già nota per diffondere propaganda pro-russa e false notizie nel web.

La maggior parte degli annunci a pagamento non riguarderebbe in senso stretto la campagna presidenziale, nè i candidati al voto. Piuttosto sono sembrati rivolti a colpire l’immaginario e amplificare divisione dei lettori americani su temi discussi e controversi come i diritti delle persone omosessuali, le questioni razziali, l’immigrazione, le armi da fuoco e il diritto all’autodifesa.

Facebook ha anche approfondito la ricerca, analizzando le campagne originate dalla Russia, ma non sono emersi altri elementi significativamente collegati alle elezioni presidenziali.

Proprio a gennaio, l’intelligence americana aveva concluso che il presidente russo Vladimir Putin è stato promotore di una campagna per influenzare le ultime elezioni presidenziali del 2016. Trolls a pagamento – ossia utenti che sono stati ricompensati per aver volontariamente postato contenuti controversi sui social media – e campagne della rete televisiva pro-Cremlino RT hanno fatto parte di questo tentativo di disturbo delle elezioni statunitensi da parte della Russia.

A chi obietta che tutto sommato 100.000 dollari non sono poi così molti, dalla CIA rispondono: “questo è solo l’operato di una troll farm che Facebook è riuscito a individuare”. Siamo sicuri che ci siano stati altre modalità di disturbo che non sono state individuate e che probabilmente mai lo saranno”.   

Alex Stamos, responsabile della sicurezza di Facebook, ha confermato che il social network ha già provveduto a chiudere i 470 account fittizi e che si appresta ad apportare altri miglioramenti per eliminare i falsi account dalla piattaforma. Ma ha anche opposto un rifiuto a condividere con il pubblico gli annunci al centro della controverse elezioni presidenziali.

“la nostra politica dei dati e la legge federale” – si afferma in una nota – “limitano la nostra capacità di condividere dati e contenuti utente, quindi non pubblicheremo alcun annuncio”.