Fin dall’inizio della campagna elettorale che lo ha poi portato ad essere eletto  45° Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha diviso in due l’opinione pubblica mondiale. Da molti definito la più grande sventura che potesse capitare all’America e da altri osannato per le sue politiche nazionaliste, il Presidente è certamente un personaggio molto controverso.

Hanno fatto discutere moltissimo, ad esempio, le fotografie pubblicate sui profili social dei suoi figli Donald Jr ed Eric (nati dal suo primo matrimonio con Ivana Trump) intenti a sfoggiare ‘trofei’ sul terreno di caccia in località esotiche, addirittura un leopardo, animale in via d’estinzione e quindi dichiarato specie protetta.

Il commento di Trump, che ha minimizzato la gravità delle foto pubblicate parlando di un grandissimo amore suo e dei suoi figli per l’attività venatoria di qualsiasi specie, ha sollevato moltissime polemiche soprattutto nelle organizzazioni ambientaliste.

Ma d’altra parte Donald Trump non ha mai nascosto un certo disinteresse per le condizioni ambientali, disinteresse che è culminato nell’eclatante uscita degli Usa dagli accordi di Parigi, quegli accordi cioè che regolamentano le emissioni di carbonio ed a cui ha aderito la quasi totalità dei Paesi.

Oltre a questo il Presidente è spesso stato criticato per alcune sue affermazioni piuttosto forti, come ad esempio il discorso sul surriscaldamento globale che, secondo quanto ha dichiarato (salvo poi ritrattare dopo le critiche ricevute) è solo un’invenzione della Cina per fare in modo che l’industria americana si indebolisca, oppure l’aver chiamato l’EPA (Environmental Protection Agency, ossia l’Ente americano per la protezione dell’ambiente) ‘una vera disgrazia per il paese’ e minacciato più volte forti riduzioni al bilancio dell’Organizzazione.

Anche per quanto riguarda gli allevamenti intensivi  la sua politica è ben definita. Non è più un segreto il fatto che le condizioni di vita degli animali in questi allevamenti siano a dir poco spaventose e che, oltre ai maltrattamenti ed alle sofferenze inflitte alle sfortunate creature, gli allevamenti intensivi siano anche causa di un forte impatto ambientale, con un consumo d’acqua e risorse energetiche elevatissimo. Nonostante le associazioni ambientaliste abbiano più volte chiesto interventi per la limitazione di questi  allevamenti in favore di una scelta più biologica, Trump ha rifiutato qualsiasi provvedimento poiché, secondo la sua politica, questi sono un modo per rafforzare l’economia interna e creare nuovi posti di lavoro.

Per una larga fetta di americani, ma non solo, Trump si sta impegnando a fondo per spazzare via nei prossimi quattro anni (ma ha già espresso l’intenzione di partecipare alle elezioni del 2020 e sta raccogliendo fondi per la prossima campagna elettorale) tutte le riforme volute da Obama in fatto di ambiente, ricerca di energie alternative, finanziamenti per una Sanità migliore e più inclusiva, promozione di stili di vita più sani e maggior attenzione all’uso di pesticidi ed agenti chimici nell’agricoltura e nell’allevamento, nonché ad una forma di rispetto più alta per le specie animali, siano esse domestiche che selvatiche.

Fortunatamente secondo alcuni economisti le riforme volute da Obama negli 8 anni del suo mandato presidenziale sono ormai state ampiamente assimilate dal sistema produttivo statunitense e molte industrie, ad esempio, stanno scegliendo fonti di energia rinnovabile che molto spesso non solo sono una scelta eticamente preferibile, ma sono anche molto più convenienti di quelle tradizionali.